Indiecinema Film Festival è tornato e con tante novità.
Tra il 13 e il 20 dicembre, online la seconda sessione!
Tra il 6 e l’11 ottobre scorso si è svolta la sessione inaugurale dell’Indiecinema Film Festival 2020, manifestazione cinematografica che aspira ad essere un punto di riferimento per le produzioni cinematografiche indipendenti, sia in Italia che all’estero.
E il primo riscontro è stato senz’altro positivo! Oltre alle reazioni favorevoli di pubblico e stampa, abbiamo registrato il nascere di sinergie nuove e talvolta inaspettate: particolarmente apprezzato l’invito, giunto un po’ a sorpresa e in corso d’opera, a presentare i nostri film all’Arena Farnesina di Roma, dove gli spettatori hanno così potuto beneficiare di quelle proiezioni sul grande schermo che al momento, ahinoi, non risultano più possibili.
Nonostante lo stop agli eventi pubblici, la fame di buon cinema non è certo venuta meno, per cui siamo lieti di annunciare che la piattaforma IndieCinema sta ospitando, dal 13 al 20 dicembre, la seconda tranche del nostro festival, articolato su tre sessioni scaglionate nel corso della stagione cinematografica.
Tante le sorprese. A partire da questa sessione, infatti, al voto del pubblico verrà affiancato quello di una giuria tecnica, composta da professionisti assai qualificati dello spettacolo e dell’informazione, il cui interesse nei confronti del cinema indipendente ha ricevuto negli anni svariate conferme. Più avanti vi presenteremo meglio ciascun membro della giuria.
Altra novità della seconda sessione sarà un prezioso “gemellaggio”, dato dall’interazione con l’ennesima iniziativa di qualità attesa sulla piattaforma IndieCinema verso metà dicembre: la sezione audiovisiva del THER (Thematic Exhibition on Human Rights), appuntamento tematico sotto la direzione artistica di Isabel Russinova che affronta argomenti sui diritti umani raccontati attraverso le arti.
La nostra rassegna cresce ed incontra nuovi compagni di viaggio. Senza contare che daremo la possibilità di rivedere anche i corti della precedente tornata del festival.
Ma veniamo ora alle opere selezionate per questa seconda sessione dell’IndieCinema Film Festival.
Ben tredici tra corti, lungometraggi e documentari, con un occhio di riguardo per gli esiti più interessanti della produzione indipendente italiana, ma con lavori provenienti anche da paesi come Grecia, Corea, Stati Uniti e Regno Unito.
Al pari della prima sessione, forse persino di più, abbiamo volto privilegiare la varietà degli approcci, che vanno dalla sperimentazione pura alle intersezioni con il linguaggio teatrale, dal documentario a sfondo sociale a generi che rappresentano l’ossatura della cultura popolare, come il western, l’horror e la fantascienza.
E sempre nello spirito dell’estrema libertà della selezione, abbiamo voluto assegnare qualche tennistica wild card a film meno recenti ma che meritano senz’altro una circuitazione più vasta, come il piccolo esplosivo cult marchigiano Bumba Atomika. Quello di Michele Senesi è uno dei cinque lungometraggi di finzione in concorso.
Passando in rassegna il resto della selezione, troviamo un horror pandemico decisamente attuale dagli Stati Uniti, The Cove di Robert Enriquez, come pure la comicità scanzonata e fuori dagli schemi del film di Luca Martinelli, L’uomo samargantico. Sempre a proposito di realtà fuori dagli schemi, chi apprezza un cinema di ricerca e lo sperimentare sulle immagini si farà senz’altro incuriosire da Il Ghigno e la Mucca di Fabio Nicosia.
Altra bella notizia per il pubblico, il mito degli spaghetti western ha trovato un degnissimo epigono in Emiliano Ferrera, autore dell’incandescente Oro e piombo.
I due documentari in concorso sembrano avere, invece, un nume tutelare che sta a cuore anche a noi: il Teatro. Nel caso di Was Shakespeare English?, l’originale lavoro della regista russa Alicia Maksimova, il nesso centrale pare più evidente, anche se poi l’avvincente ricerca sulle origini del Bardo porterà, per alcuni a sorpresa, proprio in Italia. Ma in concorso oltre a Luca vi è un altro Martinelli, quel Marco Martinelli che con il Teatro delle Albe ha scritto pagine importanti della cultura italiana. Qui lo vediamo alle prese con un doc girato nel cuore dell’Africa nera, The Sky over Kibera, in cui la rivisitazione di Dante si tinge di lodevoli sfumature solidali.
Proprio negli incontri organizzati dal Teatro delle Albe prendemmo confidenza con l’appellativo “anfibio”, ideale per definire chi si confronta artisticamente sia con il cinema che con il teatro. E a noi sembra che il termine si addica benissimo allo sperimentale, conturbante Doriana di Mariano Lamberti, tratto da un testo di Roberta Calandra. Questo è anche il più lungo dei sei cortometraggi, anzi, delle sei gemme, che compongono la seconda sessione del festival.
Una vetrina che prende forma passando attraverso la Grecia del corto Naturally di Dimitrios Stasinopoulos e la Corea del poetico In the Land of Morning Calm, realizzato dall’italiana Alessandra Pescetta, per approdare poi a The Shout di Federico Mattioni, sorprendente adattamento del racconto omonimo di Robert Graves. Ottimamente rappresentata anche la science fiction distopica e filosofica, con Néo Kósmo di Adelmo Togliani, fresco vincitore del Castelli Romani Film Festival. Ultima chicca del lotto Sola in discesa di Michele Bizzi e Claudia Di Lascia, che vi farà salire su un ascensore e vedere gli altri con un occhio diverso.
Per finire, vogliamo presentarvi uno ad uno i nostri giurati, rigorosamente in ordine alfabetico.
Michela Aloisi, attrice, autrice, comica e critica cinematografica e teatrale. In più di quindici anni di attività vanta numerose esperienze teatrali con diverse compagnie, portando in scena Shakespeare, Brecht, Garcia Lorca, Allende, Euripide, ma anche Benni e commedie più leggere. Come autrice ed interprete comica si è formata al Makkekkomico del Mago Mancini ed ha partecipato a vari concorsi con testi comici propri. Parallelamente porta avanti l’attività di critica cinematografica e teatrale prestando la sua penna a Cineclandestino, SulPalco, Taxidrivers e Il Foyer.
Franco Bocca Gelsi nasce a Genova e si traferisce a Milano dove studia e frequenta la Scuola Civica di Cinema. Dopo anni di esperienze a tutti i livelli della filiera dell’audiovisivo nel 2002 diventa produttore cinematografico e fonda Gagarin. Studia alla Holden di Baricco sceneggiatura e Romanzo, si diploma ad EAVE ed EURODOC, cosi di alta formazione Europea finanziati da Europa Creative. Successivamente insegna e tiene diversi corsi in N.A.B.A. (nuova Accademia di Belle Arti), IULM (Libera Università di Lingue e Comunicazione), Scuola Civica di Cinematografia Luchino Visconti, Centro Sperimentale di Cinematografia di Milano. Partecipa a diverse esperienze di Associazionismo dell’Audiovisivo tra cui l’Agenzia del Cinema di Milano, A.P.I.L. (Associazione Produttori Italiani Lombardia) , A.G.P.C. (Associazione Giovani produttori Cinematografici) e nel 2014 fonda CNA Cinema Audiovisivo, di cui diventa Presidente della sezione Milano-Lombardia nel 2018. Come produttore ha prodotto 7 Film e 7 documentari, alcuni tra i quali hanno vinto diversi premi e nomination.
Fabrizio Croce (Roma, 1977) Critico cinematografico, ha collaborato come redattore con le riviste on-line “Close-up, storie della visione”, “Sentieri selvaggi” e “Schermaglie, Cinema inoltre”(di cui è attualmente uno dei coordinatori).
Ha curato la rubrica di critica cinematografica “Schermi Svelati” per la UilWeb.tv ed ha partecipato come co-sceneggiatore ai documentari “La MaMa ETC., the house is open”(2011) e “Claudio Naranjo, aqua y ahora” (2012) diretti da Antonio Messia e Donatella Querci.
Ha inoltre scritto, con Sabina Curti, il volume monografico “Il cielo rovesciato: rifrazioni tra reale e immaginario nel cinema di Mario Balsamo”(2020).”
Emanuele Di Nicola è giornalista e critico cinematografico. È redattore della rivista ”Gli Spietati”. Scrive per varie testate (Cineforum, Nocturno), tiene lezioni, collabora con l’università La Sapienza. È autore de ”La dissolvenza del lavoro. Crisi e disoccupazione attraverso il cinema” (Ediesse, 2019).
Massimiliano “Maks” Maltoni (Ravenna, 1972). A 14 anni scopre il videoregistratore, accumula compulsivamente nastri e visioni e si appassiona al cinema popolare e di genere. A vent’anni si trasferisce a Venezia, dove organizza varie manifestazioni in ambito cinematografico e cura laboratori didattici sull’immagine e i media per le scuole.
Lavora per 10 anni presso l’Ufficio Programmazione della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, per cui collabora anche alla redazione del catalogo. Nel 2006, fonda gli “Incontri Cinematografici di Stresa”, di cui è co-direttore e responsabile alla programmazione. Dal 2012, cura la manifestazione Cinema Svizzero a Venezia per il Consolato di Svizzera. Nello stesso anno, abbandona la laguna e si trasferisce nella capitale per lavorare al Festival Internazionale del Film di Roma, che lascerà nel 2014. Dal 2014 al 2016, è anche membro del Comitato di Selezione del Bellaria Film Festival. Nel 2015 entra nello staff de La Cappella Underground di Trieste, ed è Responsabile alla programmazione del Trieste Science+Fiction Festival. Collabora inoltre al Soundscreen Film festival di Ravenna. Da tempo ormai immemore ha in cantiere un libro sulla storia veneziana della Scalera Film e dei suoi studi cinematografici alla Giudecca.
Nadia Zavarova. (Nata a Kiev – Ucraina 10/04/1981). Critico e giornalista cinematografica, sceneggiatrice, traduttrice, insegnante universitaria di storia del cinema.
Per tanti anni ha coordinato la programmazione dei Festival Internazionali di Kiev: Molodist e Contact. Attualmente sta svolgendo il dottorato di ricerca presso l’Università La Sapienza di Roma.
Trova ispirazione nei film di Alfred Hitchcock e Billy Wilder, nel tip-tap, nel caffè schiumato, nel calcio, nei viaggi e nel suo cane di nome Julie Andrews . Crede che studiare il cinema sia un grande piacere e raccontare il cinema sia una vera felicità.
La citazione preferita: “Nobody’s perfect”.
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