Alla Festa del Cinema di Roma 2021, proseguirà oggi e domani “Afghana”, reportage dal Centro di Maternità di Emergency.

Nel Foyer Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica, dalle 10 alle 18, potrete ammirare le belle foto realizzate dalla fotografa Laura Salvinelli nella lontana Valle del Panjshir.

Fra gli eventi paralleli della Festa, “Afghana” racconta il lavoro di Emergency nel Centro di Maternità realizzato nella remota Valle del Panjshir, operazione da molti considerata «una pazzia»: qui la fotografa  Laura Salvinelli documenta un piccolo miracolo, lanciando un messaggio di speranza che non lascia indifferenti e mantiene alta l’attenzione dei media su quanto accade in Afghanistan.

Avviato nel 2003, il Centro si è dimostrato una struttura necessaria e fondamentale per la salute materno-infantile dell’area, offrendo gratuitamente assistenza ginecologica, ostetrica e neonatale in un paese dove la mortalità materna è 99 volte più alta di quella registrata in Italia ed il tasso di mortalità infantile è 47 volte più alto.

L’importanza del Centro non riguarda soltanto la prevenzione e l’assistenza sanitaria: la maternità di Anabah è anche un polo formativo per il personale afghano, tutto al femminile.

Il lavoro di Laura Salvinelli, realizzato nel 2019, ci conduce in un’oasi protetta di donne per le donne.

Qui lo staff locale e le pazienti possono dedicarsi a se stesse: le prime trovano nello studio e nel lavoro un’autostima insperata nonché un importante ruolo sociale; mentre le seconde, libere dalle pressioni esterne (i parenti non sono ammessi), vivono un momento di libertà inaspettata. All’esterno, le carcasse dei carri armati testimoniano una guerra senza fine.

Il percorso della mostra ci accompagna nel buio della sala parto: le luci di taglio ne svelano man mano i dettagli, fino alla danza finale del nuovo nato. Cosa rimarrà di tutto questo ora che i talebani hanno riconquistato il potere?

Per ora Emergency non lascia l’Afghanistan ma cosa accadrà alle donne afghane dello staff? Potranno continuare a lavorare?

L’appello della Ong a «non abbassare l’attenzione mediatica e politica su quello che sta accadendo» va sostenuto. Così avrebbe voluto Gino Strada.

Le fotografie sono di Laura Salvinelli, la cura ed i testi della mostra di Virginia Vicario.

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