Si è svolta nell’arco del weekend dell’11-14 novembre la prima edizione del Trevignano DOCStories, interessantissima rassegna internazionale di documentari, dedicata al tema Natura e umani: storie di rapina e di resilienza”. Arricchito da incontri in sala con autori, protagonisti, produttori e da eventi formativi di alta qualità (Masterclass e workshop), il festival è nato dal desiderio di condividere storie dal mondo, raccontate attraverso il magnifico e antico strumento del “cinema del reale”.

Il direttore artistico Lorenzo Hendel, insieme agli altri componenti del Comitato organizzatore del festival, ha selezionato una dozzina di opere in giro per il mondo: documentari basati su storie umane, narrati con un linguaggio cinematografico e capaci di aprire nuovi spiragli di conoscenza e comprensione della realtà di questo Pianeta – che, come tutti sanno, è l’unico che abbiamo.

Tra i film più significativi, ci piace segnalare How to change the world, il formidabile racconto della nascita di Greenpeace, l’organizzazione ambientalista ormai nota in tutto il mondo, che ha mosso i primi passi a bordo di un vecchio peschereccio spinto tra i marosi dell’Oceano Pacifico settentrionale da un giovane giornalista di Vancouver, Bob Hunter, che voleva opporsi ad un test nucleare al largo dell’Alaska.

Animato da una determinazione e una forza morale incrollabile, il fondatore di Greenpeace ha fatto della sua stessa vita una missione: cambiare il mondo, salvarlo dal potere e dalla cupidigia, ma con mezzi nonviolenti, semmai sganciando una “mental bomb”. Infatti, Hunter aveva compreso prima di molti che era possibile conquistare l’opinione pubblica attraverso un messaggio potente qual è la forza dell’esempio.

Scritto e diretto dal regista Jerry Rothwell, che si è intrattenuto con il pubblico del Cinema Palma a fine proiezione, il film attinge a piene mani dai vastissimi archivi di Greenpeace, cucendo straordinarie immagini vintage (la storia copre il periodo dalla fondazione dell’organizzazione, nel 1971, fino agli anni Novanta) con numerose interviste ai protagonisti della vicenda – tutti tranne Bob Hunter, purtroppo scomparso nel 2005 a poco più di sessant’anni.

Meno famoso ma ugualmente coraggioso e determinato è il leader indigeno Alberto Pizango Chota (nome ispanizzato dal nativo Pitzanku) che nel 2009 si è trovato a dover fronteggiare le scellerate decisioni del controverso governo del Perù, guidato dal presidente Alan Garcia, intenzionato a dare mano libera alle imprese multinazionali interessate ad estrarre petrolio, minerali e gas naturali dal cuore della foresta amazzonica. Il tutto in violazione di leggi statali e convenzioni internazionali, che impongono di tenere in conto i diritti ancestrali dei nativos sui territori considerati.

When two worlds collide, dei registi statunitensi Mathew Orzel e Heidi Brandenburg, offre meravigliose riprese dell’Amazzonia peruviana e dei suoi abitanti primigeni per poi descrivere con grande onestà intellettuale – anche grazie a materiale di prima mano – quella che è degenerata in una sanguinosa battaglia tra le forze speciali governative e le milizie indigene. Infatti, Pizango, con la sua Asociación Interétnica de Desarrollo de la Selva Peruana, aveva cercato di contrastare progetti portatori di nefasti effetti di devastazione ambientale e culturale, ma i tentativi di negoziare un accordo falliscono a causa della irriducibile contrapposizione delle parti, fino all’esplosione di violenze da parte di entrambi gli schieramenti. Alla fine si conteranno 33 morti, sia tra i nativi che tra i poliziotti – l’etnia Shawi ha forti tradizioni guerriere…

Insomma, l’idea di partenza del Trevignano DOCStories è che la capacità di raccontare ci rende umani e ci mette in connessione con gli altri, in particolare con chi si trova in prima linea a vivere la complessità del mondo reale e dei suoi conflitti. E in effetti, i dodici film della rassegna 2021 hanno presentato ai numerosi spettatori accorsi nella graziosa cittadina lacustre dell’alto Lazio un ordito prezioso della condizione umana, attraverso tante storie tutte di grande impatto emotivo.

Poiché la manifestazione vuole diventare un appuntamento annuale che possa raccontare ambiti diversi, l’auspicio non può che essere quello di rivedersi a Trevignano Romano il prossimo anno!

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