In occasione del decennale della morte del grandissimo cantautore, artista, showman, poeta, attore, dal 22 Settembre al 6 Gennaio 2023, il Museo dell’Ara Pacis di Roma è la sede della bellissima mostra Lucio Dalla – Anche se il tempo passa.

Personaggio difficilmente inseribile in una categoria, tanto che l’elenco di definizioni con cui abbiamo iniziato questo articolo, sarebbe potuto continuare a lungo, Dalla riesce a donarci “aperture di senso” da qualsiasi punto di vista se ne osservi la poliedrica personalità: essere umano, artista, musicista, poeta; dotato di eccezionale carisma su e giù dal palco, eccentrico e ed originale nei look con cui si proponeva al pubblico. Caratteristiche uniche, che hanno fatto di lui un maestro di moda e stile.

La grande mostra romana, che poi proseguirà il suo tour in altre città italiane, centra ed esplora la vita privata ed artistica di Dalla in modo esaustivo con tante fotografie inedite, con la possibilità di leggere scritti originali e curiosare tra gli oggetti musicali e di abbigliamento del grande piccolo Lucio.

Premesso che il miglior omaggio che si possa fare all’artista sia ascoltare ancora le sue canzoni, uno spazio del Museo viene dedicata ai poster ed alle locandine della non breve attività cinematografica di attore di Dalla che poi è quella che interessa soprattutto il nostro reportage. Oltre alla sua attività di autore delle colonne sonore, con grandi registi come Comencini, Loy, Scola, Monicelli, Mingozzi, Placido, Antonioni, Avati, solo per citare alcuni maestri, ovviamente il film per cui Dalla è più ricordato è Borotalco di Carlo Verdone, del 1982. Film generazionale e con una sceneggiatura ad orologeria, vede Dalla, oltre che autore delle canzoni edite che compaiono nella colonna sonora, anche tra i protagonisti, pur non apparendo mai ma venendo continuamente evocato e condizionando lo sviluppo della storia.

Ma è come interprete del “piccolo schermo” che forse risiede la forma di collaborazione più divertente ed anche meno nota di Dalla con il cinema; un rapporto durato circa un decennio, tra il 1965 ed il 1975, salvo sporadiche apparizioni successive. In questo decennio in cui ha indossato due diversi cappelli (in realtà molti di più), il Dalla attore veste i panni di bizzarro caratterista mentre la carriera del Dalla cantautore si sviluppa, per poi esplodere definitivamente, divenendo mainstream, con quella “deflagrazione” che ebbe inizio nel 1977 ed incluse gli album nei quali Dalla è stato anche parzialmente autore dei testi.

Da una parte, i film musicarelli in cui Dalla, già affermato cantante beat, appariva spesso nelle vesti di se stesso: Questo pazzo, pazzo mondo della canzone, Altissima pressione, Europa canta, I ragazzi di Bandiera Gialla, Quando dico che ti amo e soprattutto l’originale musicarello western, insieme a Rita Pavone, Little Rita nel West.

Ma se più prevedibile fosse la partecipazione a pellicole che raccontavano la musica dei giovani dell’epoca, meno scontata era la presenza di Dalla in film d’autore ed in vesti spesso atipiche. Già nel 1967, i Fratelli Taviani lo diressero nel loro I sovversivi nel ruolo di Ermanno, “un ventitreenne che dimostra quarant’anni”, neolaureato in filosofia che arriva a Roma per i funerali di Togliatti. Un ruolo da coprotagonista, senza nessuna connotazione musicale, in un film politico e sarcastico.

Nel surreale e fiabesco Questi fantasmi (1967) di Renato Castellani, Dalla interpreta il ruolo di un musicista agìtato da personaggi/fantasmi riesumati da un lontano passato. Interessante anche Amarsi male (1969) di Fernando Di Leo, film trasgressivo e contestatario mentre ne Il santo patrono (1973) di Bitto Albertini, Lucio interpreta il ruolo del protagonista, un prete di campagna, diviso tra gli obblighi clericali e le richieste veraci dei compaesani. La carriera alternativa di attore di Dalla si chiude con il grottesco e surreale La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone (1975) di Pupi Avati che vede il grandissimo Ugo Tognazzi nel ruolo del protagonista, contornato da un cast corale tra cui Dalla; una curiosa e “pre-industriale” fauna locale, legata ad un’antica storia/leggenda religiosa e superstiziosa che la contrappone al protagonista, il quale vorrebbe contrastare e beffarsi di tali credenze popolari e ritualità fuori dal tempo.

Dopo questo periodo, Dalla verrà fortunatamente rapito dalla sua carriera di musicista, tra la scrittura, le lunghissime tourneè negli stadi e la mediatizzazione del proprio personaggio.

Nel 2006, verrà coinvolto nello sperimentale ed onirico Quijote di Mimmo Paladino, nel quale ricoprirà il ruolo, fisicamente perfetto, di Sancho Panza al fianco di Peppe Servillo in quello di Don Chisciotte.

Sia che siate dei cinefili feticisti che dei fan di Dalla, potrete facilmente trovare in rete molti dei film citati in questa recensione; altrimenti recatevi, in uno dei luoghi più suggestivi di Roma a vedere questa bella mostra ed all’uscita… inforcate le cuffiette del walkman per ascoltarvi l’intera discografia del nostro.

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