‘Ritratte’: un fotografo d’eccezione per catturare il femminile ‘al vertice’

Presso il Museo Carlo Bilotti di Roma, all’Aranciera di Villa Borghese, gli scatti di Gerald Bruneau raccontano 40 donne in posizioni apicali.

Nella splendida cornice del Museo Carlo Bilotti di Roma, sito nell’Aranciera di Villa Borghese – è aperta al pubblico fino al 10 Settembre, una mostra fotografica gratuita dal titolo Ritratte. Donne di arte e di scienza, dedicata a dare corpo e volti, attraverso gli scatti del fotografo francese di fama internazionale Gerald Bruneau, alle carriere e al merito di 40 donne italiane che hanno conquistato ruoli di primo piano nell’ambito di due settori, la scienza ed i beni culturali, mettendo in luce le capacità professionali di un gruppo di donne che hanno raggiunto posizioni apicali nel loro settore.

Anche il titolo della mostra è programmatico: se un tempo, nella storia dell’arte, a essere raffigurati erano soprattutto i potenti, membri di famiglie nobili, aristocratici e regnanti che – in mancanza della fotografia – fissavano sulla tela la propria immagine (una pratica che, per quanto riguardava le donne, investiva quasi unicamente le dame di buona nascita, la cui famiglia poteva permettersi l’onorario di un pittore e non di rado allo scopo di combinare matrimoni), oggi “ritratte” amplifica il senso di uno sguardo nuovo, su donne finalmente visibili, protagoniste, centrali. Ancora di più, la mostra offre l’incontro con queste storie vive, per ricordare il valore di determinazione, forza e competenza, per scoprire nuovi modelli di governo, per approfondire ambiti professionali insoliti, per ereditare spunti per un futuro equo, oltre i pregiudizi.

Alessandra Celletti
Alessandra Celletti

Sappiamo quanto sia difficile per le donne, in ogni campo, anche nei Paesi considerati progressisti, sfondare il tetto di cristallo, e le statistiche sulle donne che raggiungono i vertici in settori quali quello scientifico, ad esempio, sono estremamente sbilanciate dalla parte degli uomini: stereotipi, pregiudizi e necessità legate alla difficile conciliazione fra vita privata, lavoro di cura e carriera professionale risultano i fattori che allontanano le donne dal raggiungimento di posizioni apicali in ambito pubblico e privato.

Eppure questa mostra, che propone due percorsi espositivi distinti ma complementari – oggi riuniti per la prima volta in un’unica esposizione – sembra voler evidenziare che è possibile e reale per le donne il raggiungimento dell’obiettivo più alto dell’empowerment al femminile, quello del ‘comando’ e del modo di dirigere.

Spesso attraverso l’immagine fotografica e la breve biografia di queste professioniste, infatti, viene raccontata la guida sapiente ed il modello di governo inclusivo e ispirante che esse propongono.

L’esposizione è stata fortemente voluta dalla Fondazione Bracco nell’ambito del proprio intervento di contrasto agli stereotipi di genere e di promozione delle competenze, concepiti rispettivamente come asse prioritario di intervento per raggiungere la parità e principale elemento di discrimine per qualsiasi sviluppo personale e collettivo.

Ritratte. Donne di arte e di scienza” alterna dunque storie di donne alla guida di primarie istituzioni culturali del nostro Paese e di alcune tra le più importanti scienziate italiane, in un’ideale unione di saperi tra arte e scienza, un viaggio esemplare tra luoghi d’arte e laboratori scientifici: un itinerario eclettico di immagini e parole, che si snoda in luoghi spesso nascosti, tra vaste sale rivestite di marmi in palazzi d’epoca e laboratori di ricerca inaccessibili, dove il lavoro delle donne rischia di diventare invisibile.

“Al centro della mostra ‘Ritratte’ lo spettatore può osservare le vaste competenze, il merito, le qualità intrinseche o acquisite che hanno portato queste donne a rivestire ruoli di primo piano, nell’arte e nella scienza – afferma Diana Bracco, Presidente di Fondazione Bracco – Nel percorso fotografico, le protagoniste, che di norma vivono spazi di lavoro appartati, che siano musei o laboratori, sono finalmente oggetto di attenzione collettiva, sono riconosciute nel loro ruolo.

Questo è il movimento necessario che siamo tutti invitati a compiere: riconoscere le competenze, renderle visibili. Da tempo con Fondazione Bracco, attraverso il progetto #100esperte e molte iniziative formative dedicate all’empowerment femminile, facciamo proprio questo: valorizziamo il merito e incoraggiamo nuove vocazioni, leve essenziali per sostenere le aspirazioni di bambine e ragazze, e per raggiungere una presenza paritaria di donne e uomini nelle posizioni apicali. Il potere ispirante di queste biografie è inestimabile”.

Maria Cristina De Sanctis
Maria Cristina De Sanctis

Da un lato dunque sono rappresentate le direttrici dei musei italiani, “luoghi sacri alle Muse”, spazi dedicati alla conservazione e alla valorizzazione del nostro patrimonio artistico, custodi del nostro passato e laboratori di pensiero per costruire il futuro, ma anche imprese con bilanci e piani finanziari, che contribuiscono in modo cruciale alla nostra economia. Oggi alla guida di importanti istituzioni culturali italiane ci sono professioniste che hanno raggiunto posizioni apicali grazie a competenze multidisciplinari, che uniscono una profonda conoscenza della storia dell’arte con capacità gestionali e creative.

Tale conquista è ancora più importante alla luce dei dati che mostrano come, in tutta l’Unione europea, le donne che si occupano di arte e cultura generalmente abbiano meno accesso alle risorse di creazione e produzione, siano pagate meno degli uomini e siano sottorappresentate nelle funzioni dirigenziali e decisionali, e sul mercato dell’arte.

Dall’altro lato, le scienziate, con racconti che rafforzano ancor di più l’empowerment e il contrasto agli stereotipi di genere nella pratica scientifica.

Fra queste, in mostra alcuni dei volti del progetto più ampio denominato 100esperte: ideato dall’Osservatorio di Pavia e dall’Associazione Gi.U.Li.A. e sviluppato con Fondazione Bracco grazie al supporto della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea.

Si tratta di una piattaforma online volta ad accrescere la visibilità dell’expertise femminile, alimentata nel tempo con i profili di esperte italiane in settori strategici che vedono ancora una sottorappresentazione femminile a partire dalle discipline STEM (science, technology, engineering and mathematics).

In quest’ottica, un percorso virtuale di fondamentale importanza, tratto dall’esposizione sulle direttrici di musei italiani, arricchito con interviste alle protagoniste, da oggi è parte della piattaforma “Art4ART”: si tratta del progetto del Gemelli ART (Advanced Radiation Therapy) centro di Radioterapia Oncologica del Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS. Il Gemelli ART, in collaborazione con l’Associazione Romanini, offre ai pazienti la possibilità di fruire di contenuti artistici durante le terapie oncologiche.

È infatti un’evidenza scientifica che la fruizione dell’arte, nel senso più ampio del termine, crea un ambiente favorevole per i pazienti riduce lo stress e permette di affrontare le terapie in modo più efficace.

Dott.ssa Paola Velardi

L’esposizione, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, è curata e realizzata dalla Fondazione Bracco in collaborazione con Arthemisia. Servizi museali Zetema Progetto Cultura.

L’Aranciera di Villa Borghese era nota, nel Settecento, come Casino dei Giuochi d’Acqua per la presenza di fontane e ninfei, circondata dal Giardino del Lago con le sue spettacolari sistemazioni. Nelle sale riccamente decorate e arredate i principi Borghese organizzavano feste ed eventi mondani. Durante gli scontri che portarono alla caduta della Repubblica Romana nel 1849, l’Aranciera subì disastrosi cannoneggiamenti subiti: ridotta in ruderi e ricostruita molto liberamente, senza più tracce del ricchissimo apparato decorativo, fu adibito ad Aranciera, ricovero invernale dei vasi di agrumi. Nel 1903, all’epoca del passaggio di Villa Borghese al Comune di Roma, era sede di uffici e abitazioni ed ospitò prima un istituto religioso e successivamente, dal 1982, uffici comunali. Dopo un accurato restauro, nel 2006 ha riaperto al pubblico l’edificio dell’Aranciera come sede del Museo Carlo Bilotti, che accoglie le opere di arte contemporanea donate dal generoso ed appassionato collezionista Carlo Bilotti alla città di Roma. Si tratta di opere raccolte in anni di frequentazione e amicizia con gli artisti più significativi della nostra epoca.

Museo Carlo Bilotti Aranciera di Villa Borghese

Orario

Ottobre – maggio
dal martedì al venerdì ore 10.0016.00
il sabato e la domenica ore 10.0019.00
24 e 31 dicembre ore 10.0014.00
1 gennaio ore 11.0016.00
Ultimo ingresso mezz’ora prima della chiusura

Giugno – settembre
dal martedì al venerdì ore 13.0019.00
il sabato e la domenica ore 10.0019.00
Ultimo ingresso mezz’ora prima della chiusura

Giorni di chiusura
Lunedì, 1 maggio e 25 dicembre

Consultare sempre la pagina “Avvisi” prima di programmare la visita al museo.
Call center: 060608 tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00
Email info@museocarlobilotti.it

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