“I film non hanno una natura seriale quindi era importante che ogni film fosse inteso proprio come un film. Ora possiamo ammetterlo: questa era una trilogia. Prima non potevamo dirlo.”
La trilogia di Diabolik by Manetti Bros, realizzata in soli tre anni partendo quasi in sordina, si completa con questo Diabolik chi sei?, tratto dall’omonimo albo n° 107, uscito nel 1968, nel quale vengono svelate le origini del personaggio.
Presentato nella sezione Grand Public della Festa del Cinema di Roma 2023, il film è una produzione Mompracem con Rai Cinema, prodotto dal compianto Carlo Macchitella insieme agli stessi Manetti bros ed a Pier Giorgio Bellocchio ed uscirà nelle sale il 30 Novembre distribuito da 01 Distribution.
Ma quanto si divertono i Marcantonio del cinema italico!
I fratelli Marco ed Antonio Manetti sono ormai lanciatissimi nell’empireo della settima arte, andando ad occupare in modo sempre più preponderante uno spazio libero in una scena come quella italiana dove prevale il cinema autoriale in chiave ora drammatica, ora di commedia.
Quello dei Manetti è un cinema di intrattenimento, con incursioni nel giallo, nel fantasy, perfino nel melodramma napoletano, naturalmente rivisto e corretto secondo la loro estetica ed ironia, arrivando alla trasposizione cinematografica dell’opera di Angela e Luciana Giussani, creatrici del personaggio di Diabolik.
Anche qui, come è stato dichiarato in conferenza stampa, si tratta di una rivisitazione, quindi non necessariamente accurata dal punto di vista filologico, di alcuni degli albi del “Genio del crimine”: l’idea è semmai di restare fedeli al lavoro delle Sorelle Giussani, trasferendo al cinema la suggestione della pagina disegnata senza cercare una pedissequa adesione al tratto grafico o agli intrecci narrativi.
In questo terzo episodio, il finale della trilogia, i Manetti ricorrono ad un raffinato bianco e nero per inquadrare l’ascesa criminale del giovane Diabolik.
Il nostro eroe è cresciuto su un’isola segreta, covo di un’organizzazione delinquenziale di livello internazionale; il simbolo della suddetta è una pantera nera, imbalsamata dopo essere stata uccisa a mani nude da King (Paolo Calabresi), ambizioso leader criminale poi soppiantato dal suo degno allievo, che qui ha il volto di Lorenzo Zurzolo – va dato merito ad un casting minuzioso, con tanti attori quante sono le “età” di Diabolik, in primis Giacomo Gianniotti scelto senz’altro per la verosimiglianza del volto rispetto al fumetto originale.
Ha colori saturi tipicamente anni ‘70 la mise en scene del resto dell’episodio, con abbondanza di colpi di scena, tra vertiginosi inseguimenti automobilistici, scontri a fuoco tra una banda di feroci rapinatori e le forze dell’ordine di Clerville, ingegnosi travestimenti e spettacolari sviluppi drammaturgici.
Strepitoso il cast di questo episodio conclusivo: oltre ad interpreti bravissimi, al cameo di Max Gazzé e alla partecipazione di Carolina Crescentini, c’è un tocco femminile di grande spessore. Con le parole del regista Marco Manetti: “Sia Eva Kant (Miriam Leone) che Altea (Monica Bellucci) hanno in comune con gli uomini – Ginko (come sempre interpretato da Valerio Mastandrea) Diabolik – l’essere quattro personaggi super intelligenti, di forte carattere ma con una cosa che li distingue: Eva e Altea sanno porre l’intelligenza alla forza del sentimento. Gli uomini no. Questa è la forza femminile”. E Antonio: “Il mondo è così: è dominato dai maschi ed ecco dove sta finendo. Sarebbe bello che le Eva e le Altea, che ci sono, uscissero di più allo scoperto”.
La leggiadra Monica ha riconosciuto l’importanza di questa forma d’arte, così come il valore aggiunto del lavoro dei Manetti: “Io ho imparato a leggere sui fumetti, per cui per me Diabolik era un riferimento e poi quando entri in questi personaggi ti diverti. C’è stata proprio una creazione, anche dal punto di vista del look. Questo stile è poco ricorrente in Italia”.
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