Si è concluso il Festival del Cinema Spagnolo e Latinoamericano 2023, la consueta rassegna delle cinematografie iberofone – molto diverse tra loro ma tutte ugualmente affascinanti – ormai giunta alla sedicesima edizione, sotto la guida appassionata di Iris Martín Peralta e Federico Sartori.

Un clima brioso, com’è nelle corde dello spirito iberico, al Cinema Barberini, i cui spazi hanno ospitato le serate post-proiezione, allietate da ottima birra spagnola ed esibizioni di flamenco, in compagnia di un parterre notevole di artisti, produttori, cineasti, attrici ed attori.

Non c’è che dire, la Spagna si conferma culla di eccellenza del savoir-vivre!

Molto interessanti e partecipate le sessioni di Q&A che hanno preceduto o seguito la maggior parte delle proiezioni: dalla giovanissima Daniela Marín Navarro, protagonista del costaricense Tengo sueños eléctricos, a Estibalíz Urresola Solaguren, regista e sceneggiatrice dell’acclamato 20.000 especies de abejas, fino a Alejandro Rojas e Juan Sebastián Vásquez, registi e sceneggiatori del film premiato dal pubblico Upon Entry.

Upon Entry vince il Premio del Pubblico della 16 edizione del Festival!

 

Cine España – nome confidenziale del festival per i tanti aficionados che lo seguono affettuosamente da anni – ha offerto una panoramica su alcuni autori straordinari del cinema iberico, anzi mondiale tout court.

Da Luis Buñuel, maestro del cinema del XX secolo, con il capolavoro Él (Lui), ritratto terrificante di un marito geloso fino alla paranoia della donna amata, a Carlos Saura, altro monumento della cinematografia spagnola, con La caza, uscito nel 1966 in pieno franchismo, ma – come dichiarò l’autore – “il censore falangista che valutò il film era un cinefilo e lo sostenne pienamente. Lo realizzammo con pochissime risorse […] Penso che ogni film dovrebbe essere un’avventura, altrimenti non vale la pena farlo”.

Tra i contemporanei, il pubblico del Festival ha potuto ammirare il cripto-Western di Pedro Almodóvar Extraña Forma de Vida (Strange way of life) e il pluripremiato As bestas di Rodrigo Sorogoyen, in concorso a Cannes 75 e presentato alla Festa del Cinema di Roma 2022.

L’immersione nella cultura iberica non poteva essere completa senza un film sul flamenco: il compito è stato degnamente assolto dal documentario La Singla, di Paloma Zapata, dedicato alla figura straordinaria di Antonia Singla, danzatrice sordomuta la cui arte scaturisce impetuosamente dalle periferie urbane della Barcellona degli anni ’50, per arrivare a calcare i più prestigiosi palcoscenici europei.

Il materiale d’archivio mostra una Spagna ancora assoggettata all’orribile regime del caudillo Francisco Franco, dove uno sviluppo economico ancora di là da venire lascia migliaia di persone nella miseria dei barrios più degradati, come il Somorrostro catalano.

È un viaggio immersivo nel mondo interiore di Antoñita, sin da bambina isolata dal mondo esterno a causa di una meningite non curata che la porterà alla sordità. La musica e la danza saranno la sua salvezza: da erede della ballerina Carmen Amaya a frequentatrice dei salotti artistici in compagnia di Salvador Dalí e di Marcel Duchamp, fino alla collaborazione con Billie Holiday.

Il film di Paloma Zapata segue uno stile documentaristico particolare, definibile secondo la stessa regista come docu-thriller perché è la storia della ricerca della Singla, personaggio inafferrabile, il cui destino si svela inquadratura dopo inquadratura, sequenza dopo sequenza, portando lo spettatore a conoscere un’artista misconosciuta, dalla vitalità selvaggia e misteriosa: a questo servono rassegne come il Festival del Cinema Spagnolo e Latinoamericano 2023!

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