Si è svolto a Roma il MedFilm Festival, giunto ormai alla sua 29esima edizione, sempre sotto la guida della sua ideatrice, Ginella Vocca, dinamica operatrice culturale, che ha messo in piedi un piccolo gioiello.
Il Festival del Cinema del Mediterraneo è infatti un appuntamento fisso che si arricchisce ogni anno di tanti tasselli, con un’ampia gamma di premi, ospiti speciali, giurie attente ed appassionate. Proiezioni, meeting professionali, masterclass, incontri con giovani autori e maestri del cinema hanno reso quest’edizione particolarmente ricca e significativa.
Il festival è riuscito a rappresentare una bellissima occasione di dialogo in un tempo di guerra.
Queste le parole conclusive della Dott.ssa Vocca: “La pace è una ricerca costante, dentro di noi, accanto a noi e lontano da noi, oltre gli obiettivi. Strumento per eccellenza per la costruzione della pace è l’ascolto e la curiosità verso l’altro.
Questo è il MedFilm festival, uno spazio libero e partecipato, dove il singolo e la collettività sono al centro di un processo di conoscenza e scambio”.
Dal Maghreb al Mashrek, da Gibilterra ai Dardanelli, dai Pirenei ai Balcani, il MedFilm ha restituito alla città di Roma il suo centro nel Mediterraneo.
Undici giorni di prime visioni, incontri, premiazioni, masterclass e meeting industry, accompagnati da più di sessanta ospiti internazionali: dal 9 al 19 Novembre, il Festival ha accolto le cinematografie di 40 paesi per un viaggio tra storie, culture e tradizioni da sempre intrecciate e vicine; per indagare, attraverso lo sguardo acuto e vaticinante di giovani autori e grandi maestri, il nostro tempo presente.
La serata inaugurale al Museo MAXXI ha ben rappresentato lo spirito del MedFilm, con la partecipazione dei principali protagonisti del Festival, introdotti da Ginella Vocca che, cogliendo il peculiare momento storico del cosiddetto Mare nostrum, ha inteso “valorizzare la migrazione come portatrice di opportunità positive”.
La figura di Maria Callas è stata al centro dell’immagine ufficiale, un omaggio del festival nel centenario della nascita (2 Dicembre 2023) alla divina soprano, voce del Mediterraneo.
Un’immagine potente, mitologica, nella trasposizione realizzata dal videoartista Gianluca Abbate, di un femminile profondamente connesso alla creatività ma anche metafora della nascita di Europa dalle acque del Mediterraneo.
Ospite d’onore di quest’edizione è stata la Spagna.
Madrina d’eccezione Ángela Molina, icona del cinema spagnolo ed europeo, cui è stato conferito il Premio alla Carriera in occasione della proiezione speciale de Gli occhi, la bocca di Marco Bellocchio, con la partecipazione di Sergio Castellitto che aveva curato il doppiaggio del protagonista maschile Lou Castel.
I due film spagnoli più significativi, entrambi con regia al femminile sono stati:
Alcarràs di Carla Simon (Orso d’Oro al Festival di Berlino 2022) – Epopea corale, femminile e familiare che riflette sulla relazione tra tradizione e modernità.
Secaderos di Rocío Mesa che ha vinto il Premio WWF; definito “cinema rurale”, il film è in realtà un delicato apologo sulla perdita dell’innocenza, dove una bambina ed un’adolescente, partendo da esperienze radicalmente diverse, si trovano a condividere l’attaccamento per un mondo genuino e magico, minacciato dall’incedere del “progresso”.
La serata conclusiva del MedFilm è stata una kermesse appassionata e intensa, con tanti protagonisti noti e meno noti.
Ecco i principali premi assegnati: per il Concorso Ufficiale Lungometraggi, la giuria composta da Anna Ferzetti, Annalisa Camilli, Ilaria Macchia, Esmeralda Calabria e Carla Altieri ha attribuito il Premio Amore e Psiche per il Miglior Film a Dancing on the Edge of a Volcano, documentario del regista libanese Cyril Aris, da lui girato in seguito alla tragica esplosione nel porto di Beirut dell’Agosto 2020.
Il Premio Speciale della Giuria è invece andato a The Burdened, del regista Amr Gamal, una rara opera cinematografica dello Yemen presentata in anteprima alla Berlinale 2023, nella sezione Panorama.
La Giuria del Concorso Internazionale Cortometraggi, composta da 11 studenti delle scuole di cinema di Marocco, Slovenia, Grecia, Francia, Qatar, Tunisia, Spagna, Algeria, Italia ed i detenuti in rappresentanza degli istituti di pena coinvolti nel progetto ha assegnato il Premio Methexis per il Miglior Cortometraggio a La voix des autres (The Voice of Others), di Fatima Kaci.
Infine, il Premio Valentina Pedicini per la Miglior Opera Prima e Seconda, è andato a The Mother of All Lies pregevole documentario del marocchino Asmae El Moudir, presentato in anteprima a Cannes 2023, nella sezione Un Certain Regard.
Il Mediterraneo è oggi, purtroppo, un mare tra terre insanguinate e le sue stesse acque sono troppo spesso un cimitero di esseri umani in cerca di libertà e dignità.
Per questo, uno dei premi più importanti della rassegna è il Premio Diritti Umani Amnesty International, assegnato da Riccardo Noury ad Endless Borders dell’iraniano Abbas Amini, che purtroppo non è potuto venire a ritirarlo perché colpito da misure restrittive da parte delle autorità dell’Iran.
Il presidente del MAXXI, Alessandro Giuli, ha fatto gli onori di casa con un excursus storico-mitologico, mentre, nel presentare il Premio WWF e la campagna “Il panda siamo noi”, Alessandra Prampolini – prima donna ad assumere la carica di direttrice generale di WWF Italia – ha sottolineato come le comunità locali che hanno cura dei propri territori troppo spesso sono marginalizzate dai governi, e ciò porta alle crisi che abbiamo sotto gli occhi.
Quella dei migranti è ormai decennale, a far data dal terribile naufragio al largo di naufragio di Lampedusa del 3 ottobre 2018: per questo, tra i partner del MedFilm, c’è l’Organizzazione Internazionale Migrazioni (ha messo in palio diecimila euro per la post-produzione di film sul tema, assegnati a Passing Dreams del palestinese Rashid Masharawi), il cui coordinatore per l’Italia, Flavio Di Giacomo, non ha potuto fare a meno di osservare che “il Mediterraneo è mare di morte negli ultimi dieci anni. E la politica non aiuta, anzi crea muri”.
Infine, il MedFilm ha fatto luce su un’altra realtà molto difficile, quella dell’Afghanistan: in programma la prima, in collaborazione con il media partner del Festival Avvenire, di The Dreamers: Afghan Women’s Resistance, documentario di Alessandro Galassi sulle ragazze afghane che frequentano scuole clandestine per aggirare il divieto talebano all’istruzione femminile. Di grande interesse il panel con il regista, la giornalista Lucia Capuzzi, e Madina Hassani, rifugiata in Italia e operatrice della ong Nove caring humans.
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