È assolutamente evidente che l’arte del cinema si ispira alla vita, mentre la vita si ispira alla TV.

Woody Allen

Un colpo di fortuna: la cinquantesima chance di Woody ci porta a Parigi.

Presentato in anteprima italiana a Venezia 80, Coup de chance di Woody Allen, distribuito nelle sale italiane dal 6 Dicembre grazie a Lucky Red, è il lungometraggio N.50 del geniale cineasta newyorkese che ha fatto, a suo modo e con immenso talento, la storia del cinema americano da metà anni ’60 in avanti.

Io e Annie (1977)
Io e Annie (1977)

Woody Allen ci regala, in questo suo ultimo film (speriamo significhi soltanto “l’ultimo uscito” e non “il definitivo”) l’analisi di un tema a lui particolarmente caro, forse il leit-motiv della sua vita, come da lui stesso dichiarato: La Fortuna.

Questo suo colpo di fortuna dura 93 minuti canonici ed è interamente girato in francese, regalandoci una Ville Lumiere bella quanto la sua amatissima New York, grazie alla straordinaria fotografia del nostro immenso Vittorio Storaro.

Il sodalizio tra i due, che insieme totalizzano ben 172 anni sulla Terra (alla faccia del luogo comune che privilegia i giovani denigrando gli anziani, a prescindere dal merito effettivo), prosegue gioioso e creativamente eccelso.

I due protagonisti della vicenda sono Fanny (Lou de Laâge) ed Alain (Niels Schneider); lei è impiegata in una casa d’aste, lui è uno scrittore.

I due si incontrano, by chance, per strada a Parigi, dopo essere stati compagni di liceo a New York.

Ciò che ne seguirà vedra “vittima” dei due giovani amanti Jean (Melvil Poupaud), il marito di Fanny, ricchissimo consulente finanziario convinto che la fortuna non sia solo quella di aver sposato la bella Fanny ma vada fatta anche manipolando le persone ed  il mercato azionario.

Classica dinamica triangolare che ci rimanda inevitabilmente a Match Point.

Nonostante il regista ci regali inizialmente l’enesima declinazione delle sue tematiche preferite (Alain che dichiara la sua cotta liceale a Fanny, la quale inizia a fantasticare su di lui, Jean che comprende l’incrinarsi del suo rapporto con la moglie)… la commedia romantica muterà rapidamente registro.

Nel triangolo interverrà anche la madre di Fanny – la bravissima Valérie Lemercier che il pubblico italiano ricorderà, nei panni della madre, nelle storie filmiche di Le petit Nicolas –  che nutre sospetti sul genero e da un istante all’altro… dal Dostoevskij di Match Point giungeremo a Simenon.

Lou de Laâge e Niels Schneider che ascoltano l'immenso Woody.
Lou de Laâge e Niels Schneider che ascoltano l’immenso Woody.

Allen ci dimostra ancora una volta la sua geniale abilità di scrittura e direzione d’attori, trasformando la trita e ritrita storia del “lui, lei, l’altro”, di cui il cinema italiano si ciba quasi sempre malissimo e decisamente troppo, in una gemma preziosa che chiunque dovrebbe vedere in sala.

Un bel regalo di Natale, quindi, per chi ama passare le feste al cinema ed a proposito di doni rari… dulcis in fundo o last but not least, come gli anglosassoni amano dire… ho scelto di dedicare questo pezzo all’esordio su Binario Loco di un gigante (in ogni senso) che ogni cinefilo del pianeta dovrebbe apprezzare: l’unico ed inimitabile… Federico Frusciante!

Caro Federico, questo sito si chiama Binario Loco, nome da me scelto (eoni fa) per indicare la via meno battuta, quella che in troppi hanno paura di percorrere.

La via necessaria, quella ardua, scevra da compromessi.

Mai casa fu appropriata per accoglierti, quindi.

Da oggi e per sempre: “Sei una di noi, una di noi! Ti accettiamo, ti accettiamo!” .

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