Siamo abituati ad immaginarlo perennemente buffo e goffo, immerso in situazioni alla Molière nelle quali interpreta solitamente il ruolo della vittima ma dietro allo splendido sguardo sornione dell’immenso Fabrice Luchini ci sono ben 54 anni di carriera: al cinema, in teatro, in televisione, tra un reading e l’altro (poesia e prosa) di maestri immortali della letteratura europea.

Uno dei più grandi attori francesi viventi ci regala, invece, a 72 anni suonati, l’interpretazione splendida di un anziano papà che si ritrova a perdere il proprio figlio da un istante all’altro, in un tragico incidente.

La petite di Guillaume Nicloux, distribuito nelle sale italiane il 18 Gennaio grazie a Movies Inspired e Circuito Cinema è la storia di Joseph e della sua famiglia, spezzata da un tragico incidente che coinvolge suo figlio che attendeva un bambino insieme al suo compagno.

Le loro speranze riposte nella giovane mamma belga Rita, interpretata dalla 26enne giovane promessa Mara Taquin.

Joseph sembra essere l’unico ad avere a cuore il destino di questo bimbo in arrivo perché, tra lutto ed egoismo, tutti coloro che ruotano intorno alla famiglia dei due ragazzi scomparsi sembrano volersene lavare le mani per sempre.

… ma Joseph (Fabrice Luchini) non molla ed inizia un’avventura on the road per incontrare questa fanciulla fiamminga, dal carattere forte e ribelle, che serba nel ventre il suo unico e futuro nipote.

Le parole del regista, sceneggiatore, romanziere (9 opere pubblicate) ed attore francese Guillaume Nicloux ci spiegano il fulcro sociale del film: “La GPA (Gestazione Per Altri) è eticamente accettata in Belgio ma senza un quadro giuridico; a differenza della Francia, ove la legge punisce severamente coloro che vi fanno ricorso, sia i genitori sia la madre surrogata.

Ma quante sono, in realtà, le persone che vorrebbero beneficiarne? Forse trecento coppie etero o omosessuali?

Con il pretesto di un eventuale pericolo di commercializzazione dei corpi, queste persone sofferenti si vedono private della possibilità di avere un figlio. Trovo strano che i legislatori impongano un rifiuto in nome di una morale senza sfumature.

La GPA è un atto abbastanza delicato e personale per coloro che vi ricorrono e va ripensato in modo sereno, caso per caso.”.

Il film è delizioso, nella sua sapiente oscillazione tra il registro drammatico e quello della commedia brillante.

Il tutto “condito” da una fotografia splendida che culmina nella bellezza struggente della scena in spiaggia.

L’opera riesce, nonostante l’estrema durezza degli eventi e delicatezza del tema trattato, ad avvincerci e deliziarci per 93 minuti, durata perfetta e godibilissima.

Menzioni speciali per: la talentuosa ed affascinante attrice e cantante belga Veerle Baetens nei panni della saggia madre di Rita e potenziale nonna del bimbo in arrivo, decisamente sottoutilizzata, sia in questo film sia in generale.

I cinefili appassionati la ricorderanno nello splendido quanto dolorosamente dilaniante The Broken Circle Breakdown, noto anche come Alabama Monroe, uscito in Italia nel 2014, esattamente 10 anni fa… e per la deliziosa Juliette Metten nei panni di Ava, la figlioletta di Rita, senza dubbio il personaggio più bello e meglio interpretato dell’intero film (perno narrativo dell’intera vicenda), dopo il grandissimo Luchini, ovviamente, che commenta così il suo lavoro per Guillaume Nicloux:

“Accettando di girare con lui, ero convinto che avrei fatto un film molto radicale, molto Valley of Love, il film che ha diretto con Isabelle Huppert e Gérard Depardieu. Ero felice di fare un film di un intellettuale molto singolare. Invece, per niente; La Petite è un film che si apre alla vita, che è nella vita. Un film di speranza, un film che afferra.

Un giorno, dopo aver assistito al mio adattamento di Viaggio al termine della notte, Michel Bouquet ha pronunciato una frase che è diventata una delle più fondamentali della mia vita: «So perché il tuo spettacolo funziona: è perché il pubblico esce informato su se stesso».

Intendeva dire che l’arte, quando raggiunge un livello elevato (come la letteratura), permette di prendere possesso di un universo, di incarnarlo.

Un artista come Nicloux, che adatta un romanzo, è capace di portare un attore e un’attrice in quella musica e di informare il pubblico.”.

La petite_Locandina italiana

 

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