Night Swim, nelle sale italiane dal 22 Febbraio distribuito da Universal Pictures Italia, è la nuova produzione targata Blumhouse insieme all’Atomic Monster di James Wan; una vera garanzia per gli appassionati del genere horror.

La regia è di Bryce McGuire che, nel 2014, era stato il creatore del cortometraggio omonimo ed ora, esattamente un decennio dopo, ha avuto l’opportunità di sviluppare la sua idea in lungometraggio insieme a Rod Blackhurst in veste di co-sceneggiatore.

Di solito parliamo di case o luoghi maledetti ma la piscina, lo ammettiamo, mancava dall’elenco dei tipici luoghi chiave del genere Horror.

Schema classico di 98 minuti per una pellicola che rischia di deludere gli habitué, a causa dei cliché applicati con troppo rigore ma che almeno centra il suo obiettivo come prodotto di intrattenimento.

Night Swim è la storia della famiglia Waller: Ray (Wyatt Russell – ex campione di baseball alle prese con una malattia degenerativa), sua moglie Eve (Kerry Condon) e i loro due figli, Izzy (Amélie Hoeferle) ed Elliot (Gavin Warren) sembrano aver trovato il luogo giusto ove trascorrere i prossimi anni della propria vita: buone scuole, splendidi vicini, la piscina utile a Ray per cercare di recuperare e contrastare la malattia con esercizi terapeutici.

Ray decide, quindi, di investire i soldi guadagnati nella Major League proprio in quella casa con piscina venduta a buon prezzo… “chissà perché”.

I trattamenti di Ray in piscina iniziano a dare risultati a dir poco miracolosi, al punto da mettere l’uomo sulla via di una guarigione inaspettata.

In realtà, la “fonte meravigliosa” esigerà un prezzo salato per i propri “servigi”… proprio come era accaduto ai precedenti proprietari.

È l’acqua stessa, come elemento magico legata al soprannaturale, che lentamente ci porta all’interno della storia, in cui gli scarichi, le doline, l’illuminazione che va e viene ci conducono, notte e giorno, all’interno di un luogo che diventerà presto ostile.

Dal punto di vista cinematografico numerose sono le riprese subacquee che ci portano piano piano all’interno della storia e della piscina stessa in modo coinvolgente. Tuttavia, dobbiamo essere onesti, la fascinazione viene esercitata maggiormente nella prima parte ma l’evoluzione è decisamente troppo prevedibile, tradendo in tal modo ciò che di buono era stato costruito all’inizio.

Forse questo è il maggior rammarico per un horror dal budget ovviamente contenuto (15 milioni di dollari nel mercato USA sono briciole) che non riesce a sfuggire alla banalità.

Probabilmente è mancato il coraggio di fare qualcosa di diverso e si è voluta battere la via sicura, lasciando gli appassionati delusi e gli spettatori più impressionabili a riflettere due volte prima di tuffarsi nuovamente in piscina.

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