Puccini e la fanciulla: arte, vita e ipocrisie borghesi a Torre del Lago

Il film di Paolo Benvenuti del 2008 è nuovamente nelle sale, in versione restaurata in 4K in occasione dell’anno pucciniano, distribuito nelle sale da Bloom Distribuzione.

Sono trascorsi quasi 100 anni dalla scomparsa del grande compositore Giacomo Puccini (morto a Bruxelles il 29 Novembre 1924) ed è proprio in occasione del cosiddetto anno pucciniano che ritorna nelle sale Puccini e la fanciulla, un film diretto da Paolo Benvenuti, scritto e co-sceneggiato con Paola Baroni, presentato nel 2008 Fuori Concorso alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

 

Non si tratta di un’opera che racconta la biografia di Puccini, come si potrebbe pensare: l’intero film, come preannuncia il titolo, è incentrato su una vicenda apparentemente collaterale nell’intensa vita pubblica e privata del Maestro ma in realtà decisamente tragica perché costò la vita ad una ragazza semplice ed innocente, Doria Manfredi – che prestava servizio nella residenza di Torre del Lago come domestica.

Doria venne ingiustamente accusata di essere l’amante di Puccini ed usata come capro espiatorio dalle signore di casa Puccini per coprire i propri scheletri nell’armadio: dalla vera amante del Maestro (Giulia, cugina di Doria) e, spiace constatarlo, dallo stesso Puccini il quale, pur rattristato dalla sorte della fanciulla, non sembrò attivarsi più di tanto per salvarla.

Puccini e la fanciulla è un film che, attraverso una sapiente sequenza di splendide immagini con pochissimi dialoghi – quasi un film muto – racconta un’epoca, quella dei primi del Novecento, nella provincia toscana, ben evidenziando le disparità sociali e il classismo del tempo, l’ipocrisia dei ceti abbienti, il ruolo di subalternità delle donne povere e, last but not least, la scarsa sensibilità dell’artista preoccupato soprattutto della sua musica, del proprio piacere e del mantenimento dello status quo, fino ad accettare il sacrificio di una vittima per  non scompaginare le apparenze della sua esistenza alto-borghese.

Probabilmente, dopo l’inattesa morte della ragazza (Doria si suicidò avvelenandosi e morì dopo 5 giorni di agonia; le calunnie, le percosse e la distruzione della reputazione, per lei, ragazza del popolo timorata di Dio, alla quale non veniva nemmeno più data l’ostia della Comunione, risultarono peggiori della morte stessa) anche Puccini rimase toccato.

Doria gli ispirò infatti i ruoli di Suor Angelica e, soprattutto, di Liù in Turandot, la serva fedele, incarnazione della bontà, della dedizione e dell’amore puro, senza compromessi e senza richieste.

‘L’intento del film – racconta Benvenuti – era far luce su uno degli episodi più oscuri della biografia pucciniana: il dramma di Doria Manfredi, la sua giovane cameriera morta suicida a Torre del Lago il 29 Gennaio del 1909. Le voci dei morti non hanno suono, essi ci parlano attraverso i ricordi e i ricordi, gelosamente privati, son fatti di immagini, spesso in bianco e nero. Incontrarli, amarli, questi morti, e cercare di capire le loro antiche passioni era la ragione stessa di questo film. Un film tanto complesso che una sola persona non poteva dirigerlo.

Gli autori, infatti, siamo stati due: un uomo e una donna, uno sguardo maschile e uno femminile, protesi verso un unico obiettivo, quello di rimettere ordine in una vicenda che il tempo e gli uomini avevano falsificato e distorto. I due autori di questo progetto siamo stati io e Paola Baroni, e ne abbiamo affrontato la complessità con l’entusiasmo di una fantastica avventura.”

Puccini e la fanciulla ha preso vita anche grazie alle ricerche storiche compiute dagli studenti di Paolo Benvenuti, presso la Scuola di Cinema Intolerance di Viareggio: nel 1908 Puccini si trovava nella sua villa di Torre del Lago e stava componendo l’opera La fanciulla del west. Conosciuta Giulia, la bella cameriera della locanda da lui frequentata, Puccini ne divenne presto l’amante ed usò la ragazza come modello per costruire il personaggio di Minnie, l’eroina dell’opera che stava scrivendo.

Doria, che prestava servizio presso la magione di Torre del Lago, era la cugina di Giulia ed accettò di essere la messaggera d’amore tra lei e Puccini, ma Fosca, figliastra del compositore, convinta che fosse Doria l’amante segreta del compositore, anche per prevenire le rivelazioni sui suoi amori clandestini, raccontò alla madre i suoi sospetti, per aver visto la ragazza e Puccini in atteggiamenti cospiratori (mentre Doria serviva soltanto da tramite fra il musicista e la cugina).

Elvira Puccini, la moglie del compositore, attuerà la propria vendetta nei confronti di Doria con ingiurie, crudeltà e maltrattamenti che indurranno la ragazza alle estreme conseguenze. Sarà soltanto la perizia post-mortem a valutare l’effettiva verginità della sfortunata giovane.

Per realizzare il film, la troupe, guidata da Paolo Benvenuti, ha potuto ricreare gli ambienti e le atmosfere di inizio Novecento proprio a Torre del Lago, lavorando meticolosamente alla ricerca degli ambienti e dei costumi, delle luci che richiamassero i pittori macchiaioli, fino ai volti che riportassero in vita i protagonisti della vicenda, in primis il Maestro Riccardo Moretti del Conservatorio di Parma, cui è stato affidato il ruolo grazie alla straordinaria somiglianza con Giacomo Puccini.

Il regista decide di escludere il suono quasi completamente – con l’eccezione delle note del pianoforte del Maestro – e le notizie più importanti vengono affidate a missive vergate a mano, il cui contenuto viene spesso condiviso con lo spettatore.

«La scelta del “muto” – afferma il regista – nella costruzione drammaturgica del racconto cinematografico, nasce da motivi di carattere etico ed estetico. Le uniche voci del film leggono, fuori campo, lettere che i personaggi della vicenda si scrivono durante l’evolversi del dramma; era l’unico procedimento estetico per raggiungere quel “cinema puro” in grado di esprimere concetti ed emozioni attraverso il solo fluire delle immagini e dei suoni, così da costruire un dialogo continuo e aperto tra il divenire dell’espressione cinematografica e quella musicale, fino al fondersi dei due linguaggi».

In occasione del Centenario della Scomparsa di Puccini sono previste numerose manifestazioni, molte delle quali si terranno a Torre del Lago, il piccolissimo borgo della provincia toscana di straordinaria bellezza dove il Maestro visse e compose molte delle sue opere, luogo dove il regista ha potuto ricostruire “l’incanto e il mistero della creazione musicale pucciniana” ma anche luogo dove si consumarono le drammatiche vicende narrate in Puccini e la fanciulla.

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