Diretto da Catherine Breillat e brillantemente interpretato dall’affascinante veterana del cinema francese Léa Drucker, Ancora un’estate è giunto sui nostri schermi il 7 Marzo distribuito da Teodora Film.
Il ritorno a Cannes 2023 della Breillat con questo remake del film danese Dronningen è stato accolto in modo positivo da critica e pubblico.
Il tema del film, delicato e complesso, viene sviluppato intorno all’esistenza della protagonista Anne, avvocatessa specializzata in casi di giovani vittime di abuso, la quale vive una tranquilla ed agiata esistenza borghese con il ricco marito Pierre (Olivier Rabourdin) e le loro due figlie adottive.
Una famiglia equilibrata che vede di colpo crollare le proprie certezze con l’arrivo del figlio di Pierre, l’irrequieto Théo (Samuel Kircher) il classico diciassettenne testa calda che il padre spera di aiutare riprendendolo sotto la propria ala; il suo arrivo rappresenterà per l’avvocatessa Anne l’apertura ad un rapporto totalmente proibito.
La regista affronta in modo perfetto e senza alcun moralismo quello che potremmo giudicare quasi un Lolita a ruoli invertiti ma con una prospettiva femminile decisamente molto più complessa e contemporanea.
Di Anne e Théo riusciamo a comprendere bene le fragilità ed il bisogno di abbandonarsi ad una pulsione sbagliata che entrambi non riescono a tenere sopita; la camera gli sta sempre addosso, attraverso continui primi piani che riescono a catturare la complicità della coppia: è Théo a flirtare con Anne o è Anne a sedurre Théo?
Assolutamente corretta nel suo non giudicare la Breillat ci conduce all’interno di una storia dove l’attrazione sessuale gioca un ruolo fondamentale assieme all’esperienza della donna e la curiosità del giovane di scoprire un qualcosa che le sue giovani coetanee non sono in grado di insegnarli e offrire.
Bravissima la promessa maschile Samuel Kircher, che ci ricorda anche il bellissimo Tadzio di Morte a Venezia.
Come sempre la Drucker a livelli perfetti di recitazione che alla fine ci fanno quasi tifare per questo rapporto proibito, nella speranza che in qualche modo possa proseguire; Lea ritrova la sua giovinezza perduta e non vuole negare alcuna gioia a se stessa, nonostante il proprio lavoro sia, paradossalmente, proprio quello di difendere i giovanissimi da situazioni simili.
Questo accattivante remake costringe lo spettatore ad interrogarsi e lascia aperte le tante questioni sui rapporti tra individui appartenenti a generazioni diverse.
Un’opera cinematografica che merita decisamente il suo posto in sala.
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