Presentato in anteprima a La Nueva Ola 2024, il 17° Festival del Cinema Spagnolo e Latinoamericano svoltosi al Cinema Barberini di Roma dal 15 al 19 Maggio, Te Estoy Amando Locamente, del regista e sceneggiatore Alejandro Marin, con Alba Flores (la fantastica Nairobi de La casa di carta), è stato scelto per simboleggiare l’importanza della Giornata Internazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia, che si celebra ogni anno il 17 Maggio.

Il film, che come tutte le opere della rassegna arriverà nei cinema grazie ad Exit Media, si svolge in una Siviglia ritratta, pur nella sua bellezza vintage, come una città ancora provinciale, come assopita tra i fumi della lunga notte franchista (il dittatore era morto nel 1975 ma la sua nefasta eredità tardava a dissolversi).

È qui, tra il vecchio negozio di sartoria gestito da Remedios, la madre di uno dei protagonisti e i locali della parrocchia che inizialmente accoglie gli attivisti, che irrompe il grido libertario – dapprima soffocato e poi sempre più forte – del movimento di liberazione omosessuale.

Marín, con la sceneggiatrice Carmen Garrido Vacas, mette in scena un film coinvolgente e pieno di ritmo, nel quale la voglia di vivere e la passionalità proprie dei giovani spagnoli appena usciti dalla quarantennale dittatura del caudillo Francisco Franco si scontrano con il conservatorismo bigotto e ipertradizionalista della borghesia che lo sosteneva.

Eppure, tradizionalista e conservatrice è anche uno dei personaggi-chiave del film, la già citata Remedios, una Ana Wagener perfetta nella parte della madre di Miguel (Omar Banana), giovane dal temperamento artistico e desideroso di libertà, che pur coltivando ambizioni di carriera per il pargolo ne accetterà gli orientamenti più profondi e lotterà per difenderlo.

Una delle sequenze più efficaci è l’occupazione del Municipio da parte del movimento, a cui partecipa Remedios per trovare e far sparire il dossier del figlio dagli archivi polizieschi.

Strepitosi poi nell’interpretare questa storia dell’orgoglio LGBT sono l’attrice ed attivista Alex de la Croix e il cantante La Dani, che con tenerezza e determinazione accolgono il povero Miguel e lo inseriscono in un orizzonte di lotta per i propri diritti che si compirà pienamente anni dopo.

L’infame Ley de Peligrosidad Social, infatti, che in sostanza metteva fuori legge gli omosessuali perché ritenuti socialmente pericolosi, è stata abrogata solo nel 1995 dal governo socialista di Felipe González.

Al Festival del Cinema Spagnolo e Latinoamericano di Roma il film è risultato vincitore del Premio del pubblico, e appena tre mesi fa ha ottenuto il Premio Goya per la miglior canzone originale, Yo solo quiero amor, di Rigoberta Bandini.

Del resto la musica è fondamentale in questa opera forte e soave, come l’aspirazione ad essere liberi nel cercare l’amore, alla faccia dei reazionari di tutto il mondo!

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