Il caso Goldman, il nuovo film diretto da Cédric Kahn, distribuito da Movies Inspired è stato designato Film della Critica 2024 dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani – SNCCI con la seguente motivazione:
Cédric Kahn ricostruisce il celebre caso del rapinatore Pierre Goldman, ebreo e militante di sinistra, a processo nel 1976 per un duplice omicidio di cui si dichiarava innocente, e costruisce un film processuale splendidamente classico, chiuso in un’aula di tribunale ma serratissimo e politico.
Sarebbe sufficiente la motivazione del sindacato dei critici per la nostra recensione, un caso degli anni ’70, quello di Pierre Goldman che il regista francese Cédric Kahn ci riporta alla memoria come fosse accaduto pochi giorni fa.
La vicenda de Il caso Goldman, è stata al centro di un grande dibattito in Francia nel pieno degli anni della contestazione di quei “favolosi” anni ’70, dove volavano proiettili. Il caso fece talmente scalpore da far mobilitare celebrità e intellettuali, Simone Signoret, Sartre, Simone de Beauvoir e tanti altri noti intellettuali e politici in una Francia sempre pronta a difendere l’innocente di turno accusato dal “sistema”.
Il Protagonista è un personaggio controverso, Pierre Goldman, un militante dell’estrema sinistra, con trascorsi da guerrigliero e poi da criminale. Nato nel 1944, a Lione, da due immigrati ebrei polacchi attivamente impegnati nella Resistenza contro l’occupazione nazista. Goldman da giovanissimo aderisce ai movimenti studenteschi di ispirazione comunista, arrivando perfino ad entrare nei servizi d’ordine e a maturare una solida esperienza durante gli scontri nelle manifestazioni.
Nel 1967 viaggia nei Caraibi e in America Latina, a Cuba e in seguito abbraccia la guerriglia comunista in Venezuela. Torna in Francia nel 1969, a Parigi diventa a tutti gli effetti un criminale mettendo a segno numerose rapine a mano armata. Arrestato nel 1970, oltre alle rapine, che lo stesso Goldman riconosce, viene accusato dell’efferato omicidio di due donne durante una rapina alla farmacia Delaunay, nell’XI arrondissement.
Goldman si professa fin dall’inizio totalmente innocente di questo crimine, il processo a suo carico svoltosi presso la corte d’assise di Amiens tra il 1975 e il 1976 diventa la base di questo solido film totalmente ambientato nell’aula del tribunale.
Goldman dopo una precedente condanna all’ergastolo annullata in cassazione, si trova a battagliare con l’aiuto dei suo legali contro quella che sembra essere stata una macchinazione da parte della polizia, fondata su motivi politici e sul pregiudizio antisemita.
La battaglia di Goldman in tribunale è più ideologica e contro le istituzioni e una parte della Francia è con lui.
Cédric Kahn, sulla base del lavoro di ricostruzione della co-sceneggiatrice Nathalie Hertzberg, attraverso le cronache dell’epoca e grazie anche alla capacità di sintesi che solo il cinema riesce a donarci, ci consegna una vicenda complicata tra slogan, strategie degli avvocati, scontri verbali. Una storia all’interno di un’aula di tribunale che riesce a trasformare lo stesso spettatore in un giurato che deve comprendere se Goldman è colpevole degli omicidi oppure no.
Una pellicola basata solo sui serrati dialoghi, ben poco viene lasciato a sentimenti od altro, con il suo protagonista un personaggio nevrotico, che vede passare periti e testimoni ma che difende fino alla fine la sua innocenza, all’interno di un tribunale dove il pubblico si divide con tifo calcistico tra innocente e colpevole.
Immensa l’interpretazione da parte di Arieh Worthalter nei panni di Goldman, Kahn si affida a lui e ad un cast di attori meno famosi, per concentrare meglio l’azione sulla sua figura
Scelte perfette a livello cinematografico, tra primi piani, angolazioni zoom e il tutto poi sapientemente montato, con il risultato di trasformare le quasi due ore di film in un coinvolgente riassunto di una vicenda che ancora oggi lascia molti punti interrogativi.
Inutile aggiungere che per i soliti ricorsi della storia il film tra l’antisemitismo e la scelta di colpevole o innocente è di drammatica attualità anche per il nostro paese, un film da non perdere.
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