Io sono qui

Banel e Adama, primo lungometraggio diretto da Ramata-Toulaye Sy, presentato in Concorso al Festival di Cannes 2023, è giunto nelle sale italiane il 18 Luglio, grazie a Movies Inspired.

Banel (Khady Mane) e Adama (Mamadou Diallo) sono innamorati.

Vivono in un villaggio sperduto nel nord del Senegal.

È tutto ciò che conoscono del mondo, al di fuori non esiste nulla ma il loro amore totale dovrà scontrarsi e confrontarsi con le soffocanti convenzioni della comunità che non lasciano spazio alcuno alla passione ed alla libertà individuale.

Un’opera calda, rarefatta e luminosa.

Proprio come l’Africa quando il sole è a picco e fa ardere la terra, in attesa di una stagione delle piogge che sembra non voler più arrivare.

Un apparente Romeo e Giulietta, traslato attraverso gli insegnamenti del Corano (“ricordarli non significa comprenderli”, come viene ricordato a Banel dal suo amato gemello che ha ricevuto in dono la Ragione mentre a lei – bellissima, ribelle, indipendente e fiera – è toccato il Cuore.

Lei è terrorizzata ed affranta dall’ineluttabilità di un destino già scritto ed estrinseca tale profonda frustrazione e rabbia prendendosela con animali inermi che abbatte con mira da cecchino… ma questa è soltanto la punta dell’iceberg in questo splendido film, impeccabile financo nel minutaggio: esattamente 87‘.

La virata sul “thriller” che culmina in tragedia greca è un tocco di genio.

Sarebbe stato bello quanto doveroso poterlo apprezzare anche in lingua originale.

Se Kiriku fosse stato trasposto in “live action”… sarebbe stato Banel e Adama:

“Ci sono alcune sequenze magnifiche nel film, la scena onirica del pescatore che fa amicizia con le sirene, il campo lungo di Banel e Adama che scavano per scoprire il tetto di una casa di sabbia, la scena in cui Banel brucia le lucertole che ha ucciso, le riprese sotto l’albero centenario… come se ognuna fosse trattata come un vero e proprio dipinto.

Sono cresciuta con i film popolari e i blockbuster e per me il cinema è sinonimo di “spettacolare”. Poi ognuno ha la sua definizione di spettacolo…Personalmente, mi piace comporre le mie inquadrature come se fossero dei quadri.

Si chiedono spesso ai registi i loro riferimenti e i miei sono soprattutto letterari e pittorici: Toni Morrison, di cui amo il realismo magico, Racine e la tragedia, Maya Angelou e la poesia, ma anche Van Gogh, Edvard Munch, Kerry James Marshall e Amoako Boafo nella pittura.

Mi ispirano anche le storie griot che mia madre mi raccontava da bambina.

È un mosaico di ciò che sono: una ragazza con doppia nazionalità francese e senegalese, nata e cresciuta in Francia, ma imbevuta della cultura senegalese.

Cerco di organizzare questo scontro di generi in modo coerente.”.

Quest’opera prima è talmente bella che vi faremmo un torto non permettendovi di leggere l’intero pressbook. Lo trovate qui.

Mesdames et Messieurs, Banel e Adama è – senza dubbio alcuno – uno dei film più belli del 2024.

Correte al cinema!

 

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