Dopo il grande successo di pubblico in Spagna e la candidatura a 5 Premi Goya, Officine UBU ci regala il bellissimo Il maestro che promise il mare di Patricia Font, nella sale italiane dal 19 Settembre.
La regista spagnola intreccia passato e presente per raccontarci la storia vera del maestro Antoni Benaiges, un insegnante di Tarragona, che nel 1935 viene assegnato alla scuola di Bañuelos de Bureba, piccolo villaggio nella provincia di Burgos.
Il giovane maestro instaura un intenso legame con i suoi studenti, bimbi tra i sei e i dodici anni, ai quali fa una magica promessa: li porterà a vedere il mare per la prima volta.
L’imminente avvento del regime franchista che sta opprimendo il paese renderà vana la promessa del maestro, che si batterà con generosità e coraggio, fino all’ultimo, in difesa dei propri ideali.
75 anni dopo, la storia del maestro ritorna alla luce grazie ad Arianna, una donna che cerca i resti del proprio bisnonno scomparso durante il nazionalismo autoritario del generale Franco.
Il maestro che promise il mare è un film che porta un messaggio quanto mai attuale di libertà e della necessità di opporre ogni tipo di resistenza ai regimi oppressivi e autoritari.
Siamo di fronte ad una versione iberica de L’attimo fuggente che non impallidisce di fronte alla pregevole opera di Peter Weir… anzi.
La bellezza rara del rapporto che si instaura tra questi bambini fantastici (uno dei cast più belli degli ultimi anni) ed il loro insegnante che viene dalla grande città e si impegna per iniziare a parlare “la loro lingua” attraverso il potere dell’insegnamento autentico, ci ricorda il dovere della memoria in un presente che tende a dimenticare le lotte di coloro che sono venuti prima di noi e che, anche a costo della vita, ci hanno permesso di vivere come persone libere.
Il maestro Antoni – magistralmente interpretato da Enric Auquer – rende omaggio ed onore alla preziosa opera di tutti gli insegnanti ed esalta la necessità di consentire la massima libertà di espressione e creatività ai bambini, mentre Arianna – interpretata dall’affascinante Laia Costa – simboleggia la forza e le speranze di tante famiglie che ancora oggi cercano i propri parenti sepolti nelle fosse comuni, accendendo un faro su un pezzo di storia tanto tragica, quanto vicina, che non deve essere dimenticata.
L’impegno e la passione per l’insegnamento del maestro Antoni, la cui preziosa ed eroica figura merita di essere conosciuta, diffusa e valorizzata, ci accompagnano in questo poetico viaggio nella memoria, che evoca nel titolo la promessa di un mare, inteso anche come metafora di libertà, come ci spiega la talentuosa regista:
“Trovo interessante la tesi secondo cui siamo capaci di ereditare le ferite dei nostri antenati.
Nel film, gli eventi accaduti nel passato hanno conseguenze sui personaggi del presente e sul rapporto tra loro.
Arianna, cresciuta tra silenzi e tabù della madre e del nonno, è un personaggio fragile e smarrito che soffre di attacchi d’ansia.
Il nonno soffre di demenza senile e non riesce più a ricordare la propria infanzia, né il motivo per cui ha deciso di metterla a tacere.
Questa storia ruota attorno alla memoria, alla sua perdita e all’importanza di mantenerla.”.
Una visione preziosa che culmina in un finale di struggente bellezza.
Correte a vederlo!
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