Momenti di intensa emozione quelli vissuti alla 19esima edizione della Festa del Cinema di Roma, quando, sul palco dell’Auditorium Parco della musica Ennio Morricone è salito il celebre regista Francis Ford Coppola per l’incontro con il pubblico e gli studenti delle Scuole di Cinema organizzato da Alice nella città.
Ford Coppola, vero e proprio maestro di cinema, il cui ultimo (sudatissimo) lungometraggio, Megalopolis, è stato presentato in pre-apertura alla Festa, è autore di capolavori assoluti come la trilogia de Il Padrino ed Apocalypse Now, oltre a svariati altri titoli tra cui Dracula, The Conversation, Rusty il selvaggio e Cotton Club, ha ripercorso la sua lunghissima e sfavillante carriera (oltre 6 decadi!) nel mondo della Settima Arte.
L’evento è avvenuto in seguito allo speciale tributo consegnatogli in Campidoglio dal Sindaco di Roma Roberto Gualtieri.
Malgrado gli 85 anni e mezzo, Coppola si dimostra in forma smagliante, sfoggiando un’energia ed una lucidità invidiabili.
Partendo con una citazione da Orson Welles, il maestro ha subito regalato un aforisma ai numerosissimi studenti di cinema presenti in Sala Sinopoli: “Puoi imparare tutto del cinema in due giorni ma ti ci vuole un’intera vita ad imparare a recitare ed a scrivere”.
Detto da colui che può vantare come film di debutto Il Padrino… 😉
In seguito, Coppola ha realizzato film con stili molto diversi tra loro ma lo ha fatto sempre seguendo un suo mantra personale: “Lavora su un progetto fino a che non arrivi ad odiarlo!”.
D’altro canto, ha chiosato il Maestro, spesso è il film stesso che sembra dirti: “Vai in quella direzione, segui quel percorso”: è come se le opere d’arte possedessero una vita propria.
Passando poi a dialogare con gli studenti delle scuole di cinema presenti in sala, ha dispensato consigli per gli esordienti: mai iniziare con un cortometraggio che comunque richiede tempo, energie, investimenti; tanto vale puntare direttamente al bersaglio grosso, mettendo in campo tutto ciò che hai – Francis Ford Coppola, durante la sua lunga carriera, è stato sicuramente il numero uno in questo campo: “There is no art without risk”.
[Nota del Caporedattore: tale modus operandi era sicuramente molto più valido all’epoca degli esordi di Coppola ed in USA che nell’Italia del 2024 ove NESSUNO farebbe mai esordire un neofita con un lungometraggio senza averlo già conosciuto prima attraverso i suoi corti].
Alla fine, ha saggiamente affermato che l’essenziale dell’arte cinematografica risiede in due elementi: “Acting and writing”.
[Ecco a voi la pregevole monografia dedicata al maestro dal grande Federico Frusciante]
“Per scrivere ci vuole disciplina, seguire un metodo: scrivere sempre la mattina oppure sempre di sera – assumendo nel primo caso molto caffè, nel secondo qualcosa di più pesante…
Scrivi 6 pagine al giorno, senza mai rileggerle se non quando hai finito la sceneggiatura perché altrimenti finisci per giudicare te stesso e non devi mai farlo”.
Quanto alla recitazione, le prove devono essere viste come se fossero un gioco. Del resto, in inglese recitare è to play e lui ha sempre fatto giocare i suoi attori.
Formidabile l’aneddoto dal set de Il Padrino: “Tutti, compreso me, avevamo una paura terribile di Marlon Brando.
Allora ho pensato di metterci tutti a tavola insieme ed il clima si è subito rasserenato. Il cibo – come pure la musica o la danza – sono elementi aggreganti, festosi”.
Per dimostrarlo, il grande cineasta ha fatto salire sul palco una decina di studenti di cinema per simulare con loro una sessione di prove, suscitando l’entusiasmo generale.
Un incontro assai speciale che resterà per sempre nei cuori di noi tutti.
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