Tra le tante star intervenute alla 19esima edizione della Festa del Cinema di Roma, l’attore, regista e produttore messicano Gael García Bernal è sicuramente tra le più amate.
Si è presentato con un look inconsueto, una lunga barba brizzolata su un completo nero troppo lungo per la sua statura ma, soprattutto, con una carica comunicativa ed una simpatia latinoamericana non (ancora?) contaminata dal suo lancio nell’empireo della Settima arte.
Poliedrico interprete di ruoli diversissimi, Bernal avrebbe dovuto essere affiancato dall’amico e sodale Diego Luna che, però, ha avuto un contrattempo per ragioni familiari; nulla di grave per fortuna, ci ha tenuto a precisare Gael che ha chiesto al pubblico il permesso di girare in sala un breve video di saluto da mandare a Diego… ed anche questo la dice lunga sul personaggio!
Nel corso dell’incontro, svoltosi in una strapiena Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, l’artista di Guadalajara ha raccontato i propri esordi, strettamente connessi a Diego Luna perché i rispettivi genitori erano molto legati: i padri lavoravano entrambi nel teatro, le madri erano amiche e quindi, anche se non conoscevano la formula per essere amici e colleghi allo stesso tempo, muovere i primi passi d’attore insieme gli è venuto naturale:
“Pensavamo che questa fosse la dinamica normale tra gli attori ma dopo abbiamo capito che… no, in effetti è qualcosa di eccezionale quello che succede tra Diego e me” – ha commentato Gael.
“E Diego ha una frase, una teoria molto bella a riguardo. Lui dice che, in realtà, lavoriamo per il bene delle persone”.
Alcune clip tratte da una mezza dozzina di pellicole hanno mostrato il versatile talento di questo cineasta: a partire da Y tu mamá también, per la regia di Alfonso Cuarón, film d’esordio (2001) con l’inseparabile Diego Luna come partner di avventure adolescenziali, fino al suo secondo film come regista, Chicuarotes (2018), humor nero in salsa messicana, dove i due protagonisti – sempre loro, Gael e Diego – sono due poveracci che cercano di sbarcare il lunario come clown itineranti.
Ma l’opera più celebre, anche per le fortissime, inevitabili risonanze ideali per una figura come Bernal, è stata I diari della motocicletta del regista brasiliano Walter Salles, che ha chiamato l’attore ad interpretare Ernesto Che Guevara.
Un’esperienza straordinaria non solo dal punto di vista cinematografico ma anche umano e sociale. Bernal ne parla ancora con grande emozione: l’aver indossato i panni del grande rivoluzionario, girando otto mesi per tutta l’America Latina, ha suscitato in lui “un forte sentimento di appartenenza, di solidarietà, di magia collettiva”.
E’ stato grazie a questo ruolo che Gael si è guadagnato la fama di attore emergente, ottenendo la stima e l’attenzione di diversi registi europei, fra cui Michel Gondry, che lo ha voluto nel suo L’arte del sogno (La Science des rêves).
Tra i film passati in rassegna al RoFF, un’altra partecipazione minore ma di grande interesse è stata Rudo y Cursi girato dal fratello di Alfonso Cuarón, Carlos: qui Bernal appare in divisa da calciatore per un club dilettantesco trovandosi a dover sfidare il fratello portiere per il calcio di rigore finale… non finirà bene!
Molto importante è poi l’attività produttiva e di supporto ad un cinema indipendente e di qualità: qui al RoFF 2024 è stato presentato Estado de silencio del regista Santiago Maza, prodotto da Diego in collaborazione con Gael per l’etichetta messicana La Corriente del Golfo, un documentario di grande impatto sul dramma dei giornalisti integerrimi che denunciano la corruzione del Messico e la violenza dei cartelli della droga.
La giornata trionfale di Bernal si è conclusa con la presentazione in anteprima dei primi due episodi della serie, in streaming dal 7 Ottobre su Disney+, La Máquina (Máquina: Il Pugile), per la regia di Gabriel Ripstein, in cui Gael e Diego interpretano, rispettivamente, Esteban, un pugile alla fine della carriera, e il suo manager e fidato amico Andy.
Spettacolare, sanguigna, kitsch… la serie promette bene, nel solco di una tradizione cinematografica che Gael García Bernal e Diego Luna – due amici per la… pellicola – sono fortemente intenzionati a salvaguardare e al tempo stesso a rinnovare con la loro arte.
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