Emilia Perez_main

Emilia Pérez del cineasta francese Jacques Audiard è stato premiato dall’Academy con due Oscar: Miglior Attrice Non Protagonista a Zoe Saldana e Miglior Canzone Originale (“El mal”).

Siamo di fronte a molto più di un semplice lungometraggio; questa è un’esperienza multisensoriale, al di là dei generi e delle forme consuete: un mix di musical, thriller, gangster-movie, dramma e commedia.

Una cifra originalissima, già caratteristica del regista, ma con qualcosa di nuovo, di audace, di intemperante, di vigoroso: alla tenera età di 72 anni, il maestro Audiard è più vitale che mai e tiene inchiodati gli spettatori, con ritmo incalzante, trasportandoli per oltre due ore in mondi ‘altri’ e in continua evoluzione, senza un momento di pausa o di stanchezza.

Il film, presentato in anteprima al Festival di Cannes 2024, con una standing ovation di 9 minuti, ha ricevuto il Premio della Giuria e il Premio alla Miglior interpretazione femminile, assegnato all’ensemble delle quattro protagoniste principali (Zoe Saldana, Karla Sofía GascónSelena GomezAdriana Paz).

Dopo aver trionfato ai Golden Globe, la pellicola – candidata dalla Francia alla 97ª edizione dei Premi Oscar come Miglior Film Internazionale (premio assegnato ad I’m Still Here del veterano del cinema brasiliano Walter Salles) – è stata distribuita nelle sale italiane da Lucky Red.

Con questo suo ultimo lavoro, Audiard entra in un mondo cinematografico e narrativo che sovverte le regole ‘di genere’, mescolando sia quelle cinematografiche – con un’opera che passa dal musical al thriller, dal dramma alla commedia senza inibizioni – sia le identità di genere, considerando che il fulcro del film è la storia di un pericoloso narcotrafficante con disforia di genere, il cui sogno segreto è diventare donna e che decide di lasciare tutto e compiere una transizione.

Selena Gomez
Selena Gomez

Emilia Pérez: un grande Audiard, oltre i generi, non solo quelli cinematografici.

Dopo aver percorso traiettorie e luoghi molto diversi fra loro, Audiard – il cui ultimo film è stato Les Olympiades (Cannes 2021) – va oltre i generi (non soltanto quelli cinematografici) con questo suo decimo lungometraggio, quasi interamente girato in spagnolo ed ambientato stavolta in un territorio ancora inesplorato dal regista: l’America Latina ed in particolare il Messico.

Vincitore della Palma d’oro a Cannes per Dheepan nel 2015, il cineasta, con Emilia Pérez, torna al thriller, genere da lui già affrontato in forme diverse, con opere indimenticabili quali Tutti i battiti del mio cuore (2005) ed Il Profeta (2009).

Le prime scene del film mostrano l’insoddisfazione ‘cantata’ della protagonista, Rita Moro Castro (l’affascinante attrice statunitense Zoe Saldana), un’avvocatessa di talento che lavora a Città del Messico, al servizio di un grande studio, e difende i criminali piuttosto che consegnarli alla giustizia.

Frustrata e depressa per la misera paga e lo scarso riconoscimento, nonostante il suo impegno e la sua capacità nel risolvere i casi più complessi – il cui merito viene dato ai ‘maschi’ dello studio – Rita viene notata da Manitas Del Monte, potente boss di un cartello della droga messicana che la fa ‘rapire’ dai suoi per farle una proposta estremamente allettante dal punto di vista economico: se Rita deciderà di ascoltarla dovrà poi accettarla (la premessa è infatti “ascoltare è accettare”), altrimenti potrà tornare alla sua vita. La donna, sia pur spaventata, sceglie la prima opzione ed ascolta la proposta del narcotrafficante.

Manitas, invece, ha un sogno legato alla sua segretissima disforia di genere: vuole ritirarsi dal cartello e sparire per sempre, per poter finalmente diventare la donna che ha sempre sognato di essere, ingabbiato dalle sue origini e dalla sua storia, nel ruolo di macho potente e spietato, cresciuto nelle strade del Messico fra droga e violenza. Avendo già iniziato da tempo la terapia ormonale il boss chiede a Rita di selezionare per lui un chirurgo specializzato, fra i migliori al mondo, e di aiutarlo nella transizione, e nella sua scomparsa, senza lasciare traccia, lasciandosi alle spalle moglie, figli e carriera criminale. Insoddisfatta della sua vita ed allettata dalla generosità dell’offerta economica, Rita decide di accettare l’incarico, ignara che questa scelta cambierà per sempre la vita di molti.

Nella seconda parte del film, Manitas tornerà con il nome e le sembianze di Emilia (nell’intensa interpretazione di Karla Sofia Gascón, rivelazione del film) e fonderà un’associazione per il ritrovamento dei martiri desaparecidos, uccisi dagli stessi narcotrafficanti, cercando così un riscatto ed un’altra opportunità di correggere la rotta e riparare almeno in parte i danni provocati.

Le trasformazioni del corpo, a volte – i film di Audiard lo evidenziano – corrispondono al trasformarsi come esseri umani, in bene o in male, ed il corpo è molto presente in tutti i film del regista ma passioni e desideri ancora vivi (il richiamo dei figli, l’amore per una donna) riemergono e complicano nuovamente le cose perché, come ci dice il regista ed insegna la storia, per la libertà si paga sempre un prezzo.

Il regista ha raccontato che Emilia Pérez è ispirato ad un personaggio cui si accenna nel romanzo Écoute di Boris Razon, nato come protagonista di un’opera lirica e poi divenuto personaggio del film. Il film, come musical, ha una colonna sonora originale e tutti i protagonisti cantano, raccontando parti della loro storia; anche Manitas canta e le canzoni, mai melense ma coinvolgenti, sono elementi integranti della storia; esempio di ciò è la canzone originale El mal, premiata con l’Oscar.

Zoe Saldana con l’Oscar per Miglior Attrice Non Protagonista

In questo modo, viene anche decostruita l’immagine machista e ‘virilista’ più deleteria della società (lo sguardo è planetario, non solo messicano) e rappresentata dallo stesso Audiard in alcuni suoi film (si pensi a Il Profeta), in realtà più interessato, in tutte le sue opere, al riscatto degli individui ed ai loro reali desideri, alla loro resilienza dopo terribili drammi o mutilazioni (come in Un sapore di ruggine e ossa), alle ‘seconde’ o terze possibilità ed occasioni della vita che, in Emilia Pérez, il regista affida al femminile come possibile portatore di speranza di un mondo altro.

Il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani – SNCCI ha designato Emilia Pérez Film della Critica, con la seguente motivazione: “Saturo di sangue e machismo, un boss del narcotraffico messicano decide di cambiare sesso per cambiare tutto. Non sarà facile ma il genio e il coraggio di Jacques Audiard gli cuciono addosso un film che cambia a sua volta genere di continuo. Fondendo azione, mélo e soprattutto musical in un mix folle quanto commovente che riscrive le regole del cinema e della morale. Spericolato anche il cast, con le hollywoodiane Zoe Saldana e Selena Gomez accanto alla rivelazione trans Karla Sofia Gascón.”.

Zoe Saldana, prima attrice di origine dominicana ad essere premiata dall’Academy, ha accettato il suo Oscar, conquistato alla prima nomination, pronunciando le seguenti parole.

“Mi affascinava il paradosso di una persona che domina un mondo iper-virile mentre nasconde la sua vera natura femminile”, ha affermato Audiard. “La protagonista era prigioniera di se stessa ma anche la libertà ha il suo prezzo. Le protagoniste del mio film sono archetipi e tutta la mia filmografia, compreso questo film, cerca di rispondere alla domanda: ‘a quante vite abbiamo diritto?’”.

Una visione preziosa.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *