Ritrovarsi a Tokyo_Romain Duris_Main

La Settima Arte, come la filosofia, non deve dare risposte ma provocare domande.

Ritrovarsi a Tokyo di Guillaume Senez, dal 30 Aprile nelle sale italiane grazie a Teodora Film, lo fa egregiamente.

Presentato in anteprima mondiale al Toronto Film Festival 2024, il film è stato recentemente proiettato a Roma, come evento di chiusura dell’edizione 2025 di Rendez-Vous – Festival del Nuovo Cinema Francese.

Ogni giorno Jay (Romain Duris) percorre Tokyo in lungo e in largo a bordo del suo taxi, sperando di ritrovare sua figlia Lily (Mei Cirne-Masuki, al suo esordio sul grande schermo).

Il matrimonio con la sua mamma giapponese è naufragato 9 anni prima ma in Giappone la legge non prevede l’affido congiunto: l’unica possibilità per Jay di rivedere la figlia è incontrarla per caso, in una megalopoli di 40.000.000 di abitanti.

Quando il nostro sembra perso ogni speranze… accade qualcosa di incredibile e la sua vita cambierà per sempre.

Quando vediamo, per la prima volta, il sorriso del padre sul volto della figlia che è rimasta seria per l’intera durata del film…

Menzione speciale per il meraviglioso Romain Duris (che torna a lavorare con Senez dopo Le nostre battaglie del 2018), qui in stato di grazia, che si è addirittura messo ad imparare il giapponese per poter essere plausibile in questo difficilissimo ruolo.

Il tutto sullo sfondo di un’algida, rigida ed a tratti spietata Tokyo (emblematica, da questo punto di vista, la figura della suocera giapponese) che si apre, al sole, alla luce ed alla gioia, proprio come il meraviglioso sorriso della giovane Mei Cirne-Masuki, nella meravigliosa scena della fuga al mare.

Come se l’altissimo livello di cinematografia non fosse sufficiente, ad esso si sovrappone l’analisi sociale di un’iniquità che potrebbe suonare assurda agli occhi ed alle menti di noi gaijin ed è proprio il regista – il quale aveva già scosso il pubblico con la sua opera prima Keeper, presentata a Toronto nel 2015, sul controverso tema di due adolescenti che decidono di diventare genitori – ad illustrarcela:

Mei Cirne-Masuki è Lily

“Della mancanza della possibilità legale di un affido congiunto ho avuto occasione di parlare con alcune persone direttamente coinvolte, come Vincent Fichot, che per questo motivo ha intrapreso uno sciopero della fame durante le Olimpiadi di Tokyo del 2021. Quando sono tornato in Giappone nel 2022, ho partecipato con lui a una manifestazione contro tali “rapimenti” e ho capito come questa situazione riguardasse i cittadini giapponesi tanto quanto gli stranieri, le donne tanto quanto gli uomini.

Solo di recente il parlamento ha approvato una legge sull’affidamento condiviso, ma non è tuttora in vigore e va considerato che in termini culturali la polizia giapponese raramente interferisce nelle questioni familiari.

Al di là della questione dell’affidamento, la scelta del Giappone ci ha permesso di raccontare la storia di uno straniero che si confronta con un paese più ricco, con una cultura, una lingua e una religione diversi. Come spettatori siamo abituati a vedere storie di persone che arrivano in Europa da tutto il mondo, quindi era interessante capovolgere il punto di vista.”.

Una visione splendida, preziosa, necessaria.

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