Lola, una sensazionale macchina del tempo

Alla 17^ edizione della Festa del Cinema di Roma 2022 arriva Lola di Andrew Legge, gioiellino che mescola abilmente mockumentary e biopic (tutto inventato, d’accordo, ma che importa?), spy-story e romance, fantascienza e film di guerra, partendo dalla struggente vicenda di due sorelle che hanno dovuto imparare troppo presto a badare a se stesse, a causa della prematura dipartita di entrambi i genitori.

Le due sviluppano, quindi, un rapporto fortemente simbiotico, reso ancora più intenso dalle drammatiche circostanze storiche – l’aggressione nazifascista all’Europa degli anni ’40 – che, peraltro, riporta alla memoria un altro straordinario binomio: quello delle gemelle Lorenza e Paola Mazzetti, anche loro rimaste orfane in tenera età, anche loro testimoni della brutalità nazista poiché, in qualità di nipoti di Robert Einstein, assistettero alla strage della famiglia del cugino del celebre scienziato per mano delle SS.

Lorenza entrò poi a far parte del movimento Free Cinema, fonte di ispirazione di pressoché tutti i cineasti britannici successivi, incluso Andrew Legge che ha l’occasione di approfondire i suoi interessi in materia di distopia già emersi nel suo documentario del 2009 Chronoscope, nonché di proclamare tutto il suo amore per il cinema artigianale, con lo stratagemma iniziale della “scoperta”, nella cantina dell’avita magione nel Sussex, di rulli girati in maniera amatoriale ma in grado di documentare l’incredibile invenzione della macchina del tempo da parte di una giovane donna geniale, attraverso il ricorso alla pellicola in formato 16mm e alla luce naturale.

Con un’acrobazia registica perfettamente riuscita, lo spettatore è trasportato sulle onde radio veicolate dalla rete pubblica del gas su e giù per il futuro, la lettura del quale sarà un’abilità stupefacente agli occhi degli ottusi militari di Sua Maestà tranne uno, il giovane capitano Sebastian che, affascinato, si innamorerà della romantica Martha e farà di tutto per salvarla da una sorte crudele. Opposto il destino di Thomasina, androgina, razionale, consapevole del suo ruolo di stratega sconosciuta della Battaglia d’Inghilterra.

L’epilogo fantasioso – la conquista della perfida Albione da parte dei tedeschi – lascia spazio all’immaginazione in merito agli effetti imprevedibili di una tecnologia futuribile in grado di stravolgere il corso della Storia, così come di mostrare la formidabile energia del rock – evidentemente un’altra passione di Legge – come musica senza tempo.

Potremmo quindi dire o meglio, cantare “Ground Control To Major Lola”, parafrasando il divino David Bowie, tirato in ballo dalla follia creativa delle inarrestabili sorelle; i cui diminutivi, non a caso, rimandano ad altrettanti brani del Duca Bianco (Major Tom e Life on Mars).

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