Film di apertura della Mostra del Cinema di Venezia 2014, Birdman snocciola tutta la grandeur autoriale di Alejandro Gonzalez Iñarritu, aggrappandosi alle performance sopra le righe di Michael Keaton, Edward Norton ed Emma Stone.

Io (non) sono Batman

Birdman or (the Unexpected Virtue of Ignorance) è una black comedy ambientata a New York che racconta la storia di un attore in declino – famoso per aver in passato interpretato un mitico supereroe – alle prese con le difficoltà e gli imprevisti della messa in scena di uno spettacolo a Broadway che dovrebbe rilanciarne il successo. Nei giorni che precedono la sera della prima, deve fare i conti con un ego irriducibile e gli sforzi per salvare la sua famiglia, la carriera e se stesso… [sinossi]

L’unità di tempo e di luogo di Birdman, enfatizzata dal gioco a incastro dei piani sequenza, porta con sé lo stesso retrogusto delle frammentazioni narrative/geografiche/temporali delle opere precedenti di Alejandro González Iñárritu. Dal meccanismo metacinematografico e metateatrale emerge ancora una volta tutto l’artificio della poetica di Iñárritu, regista forzatamente autoriale, teso costantemente alla ricerca di qualcosa di stupefacente, di altro.  La vita non sgorga dalle immagini di Babel, 21 grammi o Birdman, nonostante l’apparente vitalità degli script e lo spessore delle performance attoriali. Nemico giurato del lavoro di sottrazione, Iñárritu carica la sua nuova pellicola, scelta come apertura della Mostra del Cinema di Venezia 2014, di qualsiasi possibile sovrastruttura: il lavoro e la vita dell’attore, Hollywood e Broadway, l’improvvisazione e la sua simulazione, il processo artistico e la sua analisi (o la sua nemesi) e via discorrendo.

[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=uJfLoE6hanc[/youtube]

Si teorizza parecchio, dalla dannazione e salvezza dei blockbuster e dei superhero movie, con la sovrapposizione Batman/Birdman, a una colonna sonora extradiegetica e poi diegetica – quei corridoi, quei piani sequenza, quella dannata frenesia del tutto e di più. Birdman si adagia volontariamente su un accumulo di cliché, ponte ipotetico per uno sfrenato realismo: vita/teatro/cinema consumati come una sniffata di coca, in un labirinto di corridoi che ingigantiscono il dietro le quinte. È la frenesia una delle parole chiave di Birdman: non solo i ritmi sovraeccitati, borderline, della ex-stella Riggan Thomson, in un fecondo intreccio tra la finzione cinematografica e la reale carriera di Michael Keaton [1], ma qualsiasi personaggio, ogni singola sequenza, anche il più insignificante dei contatti umani. Una costruzione che vorrebbe essere sagace e spettacolare – e almeno nella prima ora sembra girare nel verso giusto – ma che si ripiega su se stessa quando narrazione e macchina da presa escono dal microcosmo del teatro (il  St. James Theater di New York, luogo idealmente agli antipodi degli Studios hollywoodiani) e dal labirinto dei claustrofobici piani sequenza. L’architettura visiva e narrativa elaborata da Iñárritu è infatti tenuta in piedi soprattutto dai frizzanti confronti tra Keaton ed Edward Norton e tra lo stesso Norton ed Emma Stone. Attori a confronto, più che personaggi.

Birdman snocciola tutta la grandeur autoriale di Iñárritu, saltabeccando da Raymond Carver all’onnipresente e invasivo jazz, dal declino fisico dell’ex-divo sessantenne alla critica di grido cinica e cattiva, aggrappandosi alle performance sopra le righe di Keaton, Norton e Stone – ad Andrea Riseborough e Naomi Watts poche briciole e una sequenza saffica che, per coerenza con l’abuso di luoghi comuni, non poteva mancare. Il confronto a breve distanza con il delizioso, leggiadro e raffinato She’s Funny That Way di Peter Bogdanovich chiarisce ancor più l’inutilità delle sovrastrutture autorial-spettacolari del cineasta messicano. Una distanza siderale.

NOTE
1. Che piacere rivedere Michael Keaton sotto le luci dei riflettori, in una pellicola da prima pagina, da copertina. Dobbiamo tornare agli anni Novanta per ritrovarlo protagonista di produzioni commercialmente e/o artisticamente ambiziose.

———-

[Thank you so much, Quinlan!]

You May Also Like

More From Author

+ There are no comments

Add yours