The Quiet Girl, primo lungometraggio di Colm Bairéad, dopo essere stato presentato all’interno di Generation, sezione dedicata ai ragazzi della Berlinale, ha vinto la nomination agli Oscar 2023 come Miglior Film Internazionale.

L’opera, che potrete ammirare all‘Irish Film Festa 2023, Sabato 27 maggio alle 18:30, dopo l’incontro con il regista Colm Bairéad e la produttrice Cleona Ní Chrualaoí, ricorda una pregevole, malinconica ballata Irish violino, bodhran e chitarra.

Si tratta di una storia di abbandono, solitudine e rimpianto, nella quale gli adulti incattiviti dalla miseria e da una vita di sconfitte tarpano le ali ad un’infanzia che potrebbe essere migliore di loro, se solo avesse una chance.

Cáit, la protagonista, è una bambina di nove anni: in realtà sembra non solo più grande di quell’età – la giovanissima interprete, Catherine Clinch, classe 2009, era già una tredicenne quando la scelta di casting è caduta su di lei – ma anche più matura, come se fosse cresciuta più in fretta per poter meglio affrontare il dolore dell’esistenza.

In vista dell’arrivo dell’ennesimo figlio in una famiglia già abbastanza piena di debiti e già abbastanza priva di affetto, Cáit viene mandata dai genitori inariditi a stare da una coppia di amici di famiglia per svoltare l’estate. Ci vorrà pochissimo tempo prima che la bambina si renda conto dell’abisso emozionale che separa la famiglia d’origine da quella – temporaneamente – acquisita. Del resto, il commiato del cupo padre di Cáit quando l’accompagna a casa dei suoi ospiti è tutto un programma: “Per me, possono tenerla quanto vogliono!”

Invece, sarà proprio la coppia di aspiranti genitori a dimostrarsi in grado di capire e prendersi cura di una fanciulla fragile e sensibile, ferita dall’insensibilità del mondo adulto e dalla crudeltà dei suoi coetanei. Peccato però che un passato oscuro e drammatico impedisca alla coppia di dare, e darsi, l’amore di cui – nell’Irlanda di fine anni Settanta come in qualunque altro paese ed epoca – c’è ancora una terribile penuria.

Il film è l’adattamento di Foster, racconto breve della scrittrice Claire Keegan, pubblicato nel 2009 sul New Yorker e diventato in seguito un romanzo: come dichiarato dal regista, “mi piacciono di più, nel cinema, i film che lasciano spazio allo spettatore, che gli permettono di entrare dentro la storia piuttosto che buttargliela tutta addosso, che lasciano alcune domande senza risposta”.

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