Impossibilitato a scagionare il padre (ingiustamente incarcerato per un delitto mai commesso) per mancanza di prove, Barry Allen, membro della Justice League noto come The Flash, decide di utilizzare la connessione con la fonte di energia nota come “Speed Force” per tornare indietro nel tempo e impedire l’assassinio della madre: questo provocherà cataclismatiche ripercussioni in tutto il continuum spazio temporale, costringendo il velocista scarlatto ad affrontare con l’aiuto di nuovi alleati i suoi sbagli e un futuro che sembra non poter essere alterato.
Previsto inizialmente in uscita per il 2016, poi il 2018, il 2021, il 2022 e infine per il 2023, la regia è passata da un nome ad un altro di una lunga fila; si è parlato di James Wan, Phil Lord, Christopher Miller, Seth Grahame-Smith, Rick Famuyiwa, Grant Morrison e persino di Robert Zemeckis che “forse” di film sui viaggi nel tempo e paradossi qualcosa ne sa, sino ad approdare tra le mani di Andy Muschietti.
La produzione di The Flash è stata, in più di un momento, sul punto di venire sospesa, al pari dello sfortunato film su Batgirl, a causa dei problemi gargantueschi di Miller che sembrava impegnato attivamente nel distruggere la sua immagine: solo lo sforzo economico investito ha evitato che tutto finisse nella pattumiera.
Con The Flash, il DC Extended Universe è finalmente riuscito nel suo intento di produrre un film di supereroi e non goth in costume o forse…
DCEU ha confermato definitivamente il proprio fallimento, senza possibilità di appello.
Le opinioni, tanto nel pubblico quanto nella critica, sono divise come mai: da una parte abbiamo un mood che si distanzia nettamente da quello dei film precedenti della serie – se non proprio solare perlomeno meno oscuro -, una ponderata gestione dell’effetto nostalgia grazie alla partecipazione di un Keaton in splendida forma (nonostante lo si possa difficilmente considerare lo stesso del Batman di Burton, privo della sua Gotham e delle atmosfere che lo hanno contraddistinto) e di cameo minori (alcuni dedicati ad un pubblico ristretto di appassionati di trivia) ma comunque gustosissimi e la recitazione di Ezra Miller che ha dato vita, con indubbia abilità, non a uno ma a ben due Barry Allen.
Sgraziati, emotivamente instabili, carichi di tic e responsabilità per gli errori commessi… deliziosamente umani. Dall’altra, abbiamo una CGI dolorosamente carente (peccato imperdonabile, considerando il tempo necessario per metterla a punto ed un vero crimine se paragonata a quella usata in Aquaman) ed una postproduzione inesistente.
Il pur carismatico personaggio di Sasha Calle è stato sacrirficato dal minutaggio sacrificato e la crescente insofferenza di molti spettatori verso l’attore protagonista che negli ultimi anni ha collezionato quelli che potremmo generosamente definire “scivoloni” non ha sicuramente aiutato.
È probabile che il flop commerciale sia dovuto alla reazione rabbiosa del pubblico, il quale si è in qualche modo sentito tradito dal passaggio nelle mani di Gunn del DCEU e quindi della chiusura delle trame iniziate da Snyder e destinate a rimanere per sempre nel limbo del what if in favore di una linea più scanzonata che, de facto, inizierà con Blue Beetle di prossima uscita.
Un passaggio che ha portato alla rimozione vistosa e dolorosa di Cavill nel nutrito circo di “supermen” (presente in un cameo da 250.000 dollari poi tagliato via con la mannaia) ed alla pesante modifica di alcune scene, inclusa quella conclusiva che in qualche modo altera sia l’impostazione che le conseguenze degli avvenimenti.
Come risultato finale, The Flash è stato reso, inavvertitamente ed involontariamente, un’opera piacevolmente sbilenca, deliziosamente imperfetta; un carrozzone colorato e caotico che, per qualche scherzo del destino, riesce a funzionare anche grazie alle parti rozzamente impiantate.
[…] Beetle è, a differenza di The Flash, un film privo di camei; se si eccettuano un paio di citazioni intenzionalmente vaghe, la pellicola […]