Il regno del pianeta delle scimmie diretto da Wes Ball, nuovo atteso episodio della nuova saga, è giunto nei cinema italiani l’8 Maggio, distribuito da 20th Century Studios.

Il nuovo ciclo de Il pianeta delle scimmie ha avuto inizio nel 2011 con L’alba del pianeta delle scimmie, cui è seguito nel 2014 Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie ed infine, o così sembrava, The War – Il pianeta delle scimmie (2017).

Una trilogia ben realizzata che, partendo dal capolavoro di Franklin J. Shaffner del 1968, Il pianeta delle scimmie, aveva ben rielaborato la storia.

Complice la fusione tra Disney e 20th Century Fox, si era deciso di riprendere e sfruttare il franchise. Ci è voluto un po’ di tempo, complice anche la pandemia (il virus che ha colpito il pianeta non era quello ipotizzato nel primo episodio della saga) che ha messo in naftalina la pre-produzione, partita proprio nel 2020.

Ora, in pieno New Normal, i produttori Rick Jaffa ed Amanda Silver, insieme allo sceneggiatore Josh Friedman, hanno concluso il progetto.

Wes Ball (Maze Runner), ha ripreso un’idea già accarezzata dal regista Matt Reeves mentre realizzava The War ovvero l’espansione del mondo post-apocalittico e l’interazione tra più clan di scimmie intelligenti, solo accennata nel terzo capitolo della saga.

Dopo un lungo prologo che ci mostra la cremazione di Cesare e la promessa delle scimmie di seguire il suo volere, Il regno del pianeta delle scimmie compie il suo balzo in avanti nel tempo per diverse generazioni, mostrandoci un clan di scimmie pacifiche che si dedica all’allevamento ed all’addestramento di aquile da impiegare per la caccia.

Il clan è guidato dalle scimmie più anziane, di cui fa parte il padre di Noah, giovane scimpanzè che, insieme ai coetanei Soona e Koro, dovrà affrontare il rituale di passaggio all’età adulta: ricercare ed accudire l’uovo del rapace.

La storia introduce lentamente i personaggi, illustrando i pericoli da cui le giovani scimmie devono tenersi lontano; in particolare il luogo dove vivono gli Echo, quelli che un tempo erano gli esseri umani ormai regrediti a selvaggi incapaci di comunicare verbalmente a causa degli effetti del virus.

Ma l’arrivo di una tribù di scimmie bellicose porterà alla distruzione del pacifico clan cui appartiene Noah e lo costringerà ad un lungo cammino per ritrovare i suoi compagni e la madre che sono stati rapiti dal clan avversario.

La scelta della produzione e più in particolare dal regista e lo sceneggiatore è stata quella  mantenere il punto fermo di Cesare come leader che ha fatto la storia delle scimmie.

Le parole di Cesare “scimmia non uccide scimmia” e “scimmie unite più forti“, cui si contrappone nella storia la figura del tiranno Proximus, autoproclamatosi nuovo Cesare e molti potranno trovare analogie con l’attuale situazione mondiale, come in passato i film della saga precedente a loro modo rappresentavano un monito per l’umanità lanciata verso la distruzione globale.

Anaya (Travis Jeffery) e Noa (Owen Teague)

Nella pellicola, lo scontro tra scimmie buone e cattive vede anche l’affacciarsi di una figura umana che non ha perso l’uso del linguaggio, chiamata inizialmente Nova (rimando alle storiche pellicole della saga) ma il cui vero nome è in realtà Mae (la splendida Freya Allen di The Witcher), la quale rappresenta un elemento decisivo nello svolgersi degli eventi narrati.

Grazie ad un sapiente uso della CGI e del motion capture, possiamo ammirare, nella loro versione scimmiesca: Owen Teague (Noah), Trevis Jeffery (Anaya), Lydia Pecham (Soona) e Neil Sandlands (Koro).

Il film dura ben 145 minuti, prendendosi tutto il tempo necessario ad illustrarci al meglio gli aspetti di questa nuova saga, in cui la fusione tra elementi in carne ed ossa e digitali (personaggi, ambienti ed animali) è a dir poco perfetta.

Mae (Freya Allen)

Oltre alle inevitabili citazioni dell’originale del 1968, possiamo goderci la splendida colonna sonora di John Paesano che riprende i temi dell’originale composta da Jerry Goldsmith.

Nonostante le quotazioni delle storiche action figure legate ai primi film siano divenute oggetto di culto tra i collezionisti, con quotazioni da capogiro, non si punta allo sfruttamento del merchandising con giocattoli od altro… e questo è sicuramente un punto d’onore per la produzione.

Questo solido quarto capitolo lascerà il segno.

Vi consigliamo di godervelo al cinema.

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