Simone Veil – La donna del secolo di Olivier Dahan_Un film necessario
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Voi non mi fate paura.
Io sono sopravvissuta a cose peggiori di voi.
Simone Veil – La donna del secolo di Olivier Dahan è giunto nelle sale italiane il 30 Gennaio grazie a Wanted.
Il film vede come protagonista Elsa Zylberstein nel ruolo della prima donna presidente del Parlamento europeo, con Rebecca Marder nella sua versione di giovane donna magistrato.
Sopravvissuta alla deportazione ad Auschwitz, la Veil dimostra la sua determinazione sin dall’adolescenza partecipando ad importanti battaglie politiche e lottando per i diritti di chi non ha diritti.
Con Simone Veil – La Donna del Secolo, Olivier Dahan completa la trilogia di ritratti cinematografici iniziata con La Môme e Grace de Monaco, film biografici del suo repertorio dedicati rispettivamente ad Edith Piaf ed a Grace Kelly.
In questo suo mirabile lungometraggio, l’obiettivo del regista è la trasmissione della storia, dei valori che una personalità immensa come quella di Simone Veil incarna; ciò che vediamo è un viaggio filmico attraverso le tappe principali della sfera pubblica e di quella privata di Madame Veil con un’attenzione particolare alla dimensione della famiglia.
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Dalla complicità con il marito Antoine (interpretato da Olivier Gourmet e Mathieu Spinosi per l’Antoine giovane) alla drammatica esperienza dei campi di concentramento insieme alla madre Yvonne (una bravissima Élodie Bouchez) e la sorella Milou (Judith Chemla).
Come afferma il regista: “Dalla fine della scrittura di La Môme, volevo realizzare una trilogia di ritratti, concentrandomi successivamente su un’artista, un’attrice e una donna politica. Elsa Zylberstein è venuta a trovarmi, mentre non avevo più intenzione di fare cinema, per propormi di dedicare un film a Simone Veil.
Era l’opportunità di concludere questa trilogia che parla di temi, e non solo di personaggi, che mi preoccupano, anzi, mi ossessionano, nella vita. Fare il ritratto cinematografico di una persona è un modo per affrontare la Storia del paese, o di un’epoca, per sviluppare tematiche sociali e psicologiche, per riscrivere una storia da un punto di vista specifico e personale. In realtà, è l’opposto di un biopic.
I produttori del film l’hanno capito e mi hanno dato fiducia in questo processo particolare.
Lo scopo iniziale della costruzione europea – il modo in cui è stata concepita dai suoi fondatori, tra cui Simone Veil – è la Pace. Infatti, ogni volta che l’Europa è indebolita, come accade oggi, si manifestano tensioni guerriere. È in questo senso che avevo bisogno di parlare dell’Europa e mi sembra che sia l’unico modo per farlo. Si tratta di preservare la pace prima di tutto – poi, e solo dopo, ci si può occupare di agricoltura o di altri settori economici. Purtroppo, oggi, l’economia ed il capitalismo selvaggio hanno preso il sopravvento su tutto il resto. Simone Veil diceva ‘L’Europa è la Pace’.
Quando scrivevo questo film, mi sono chiesto se questa frase fosse ancora pertinente ed attuale nel 2020.
La guerra in Ucraina risponde a questi dubbi.”.
La grandissima Elsa Zylberstein che ha mirabilmente interpretato la Simon Veil adulta ce ne parla così: “È un esempio ed un modello di resilienza, coraggio, forza e umanità. Lei appartiene a tutti, ma a volte la guardiamo da lontano, come un monumento. Il film le restituisce l’umanità che avevo percepito, la sua forza ovviamente, e le sue fragilità che non tutti avevano colto. Ho voluto che le nuove generazioni la incontrassero, perché è un esempio di donna impegnata, moderna e unica… Lei fa parte della Storia, ma credo che parli a tutti.
L’ingiustizia è un concetto fondante per Simone Veil. Molto giovane, è confrontata con una profonda ingiustizia, quella di essere arrestata con sua madre e sua sorella per strada, quella di dover indossare la stella gialla. Rifiuta che suo padre si presenti al censimento, poi soffre nel vederlo arrestato, e nel non aver potuto fare nulla. Per tutta la sua vita, Simone Veil ha provato un’avversione per l’ingiustizia che ha strutturato la sua personalità, accompagnata da un certo senso di colpa.
Non ha mai smesso di combattere per le persone emarginate, maltrattate, per restituire loro una certa dignità, per i malati di AIDS e tutte le vittime di situazioni subite. Ai suoi occhi, ogni persona meritava di essere trattata con umanità, inclusi i detenuti. Per lei, era una questione di onore e dignità: non sopportava che gli esseri umani fossero privati della loro dignità. Provava, nel profondo di sé, un’empatia per gli uomini e le donne che soffrivano.”.
Il destino di Simone Veil, la sua infanzia, le sue battaglie politiche, le sue tragedie.
Da Auschwitz ai vertici della politica europea, siamo di fronte ad un potente quanto necessario ritratto epico ed intimo di una donna dal percorso straordinario (una madre della Francia che oggi conosciamo) che ha attraversato e plasmato la sua epoca diffondendo un messaggio umanista che rimane ancora oggi di un’attualità ardente.
Magistrata e primo Presidente donna del Consiglio Superiore della Magistratura, Simone Veil diventa una statista negli anni Settanta, prima come Ministro della Salute – è a lei che dobbiamo la depenalizzazione dell’aborto in Francia e, in seguito, come europarlamentare e prima donna Presidente del Parlamento Europeo, dal 1978 al 1982.
La sua grande eredità, ideale e civile, è un emblematico specchio della storia europea occidentale.
Questo film è assolutamente imperdibile.