Tre registe donne conquistano i premi (e il cuore) di Alice nella Città, sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma. Vincitori i film 4 Kings (Premio Alice nella Città) della tedesca Theresa von Eltz e The Wolfpack (Premio Taodue “Camera d’Oro 2015” per la migliore opera prima) della statunitense Crystal Moselle. Menzione speciale al film turco Mustang diretto da Deniz Gamze Erguven.
Adolescenti in cerca di identità, incompresi e vessati da un mondo adulto cinico ed incapace di ascoltarli, che reagiscono alla sofferenza talvolta con la violenza o l’isolamento, talaltra aggrappandosi disperatamente ai loro sogni, all’arte, al cinema ed al suo potere salvifico. Questi alcuni temi comuni – diversamente affrontati in base ai differenti contesti – ai film premiati di “Alice nella Città”, la sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma dedicata alle giovani generazioni.
Vincitore del concorso è 4 Kings della tedesca Theresa von Eltz, un film dall’impatto quasi documentaristico per la ricerca visiva scarna ed autentica, che racconta la storia di quattro ragazzi con vissuti difficili e complesse relazioni familiari, che s’incontrano in un ospedale psichiatrico e mettono insieme, non senza criticità, le proprie solitudini, sostenuti da un medico anticonformista i cui metodi di recupero non vengono compresi dai superiori né dalle infermiere.
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Dopo aver esplorato le problematiche dei ragazzi, con cenni brevi ma intensi alle storie familiari di ciascuno, il film si concentra sul periodo condiviso del Natale, tempo e luogo simbolico di un affetto mai ricevuto o volutamente allontanato: grazie al metodo dell’intervista reciproca ripresa con un telefonino, agli stimoli del dottore ed alla vita in comune, a poco a poco i quattro ragazzi sveleranno con fatica e sollievo dolorose parti sé ai coetanei ma, proprio quando qualcosa di nuovo potrebbe accadere, l’insensibilità di alcuni adulti che invocano la rigida applicazione di regole odiose, li separerà per sempre. Un film duro che mostra la sofferenza ed il grido d’aiuto di tanti adolescenti che reagiscono in maniera imprevedibile alla mancanza di amore, all’egoismo dei ‘grandi’ ed alla follia della vita.
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Decisamente meritato il premio Taodue Camera d’Oro per la migliore opera prima, assegnato a The Wolfpack – Il branco, girato dalla regista Crystal Moselle, già vincitore del Documentary Grand Jury Prize al Sundance Film Festival, sorprendente docu-film che racconta la vera storia dei giovani Angulo, un gruppo numeroso di fratelli e sorelle segregati per 14 anni in un modesto appartamento del Lower East Side dal padre peruviano (un inca fervido seguace di Hare Krishna, convinto di proteggerli dalla violenza, dalla droga e dai pericoli dell’ambiente degradato), istruiti ed educati in casa dalla madre statunitense e sopravvissuti alla follia guardando centinaia di film, imparandone ogni battuta a memoria, mettendoli in scena e riproducendo gestualità ed abiti dei protagonisti, fino alla ribellione di uno di loro che aprirà le porte al mondo esterno per sé e per gli altri.
Una menzione speciale è andata infine a “Mustang”, altra opera tutta al femminile e di notevole spessore, diretta dalla regista turca Deniz Gamze Erguven. La pellicola, già selezionata alla Quinzaine des Realizateurs di Cannes 2015 e scelta a rappresentare la Francia ai prossimi Oscar, evidenzia la condizione delle donne in un piccolo paesino sul Mar Nero attraverso il racconto di cinque sorelle, giovani ed indomite come cavalli selvaggi, che cercano di esplorare il loro spazio esistenziale, sessuale ed affettivo in una società (qui rappresentata dalla nonna di famiglia che erge muri, chiude cancelli ed organizza matrimoni combinati) impreparata e conservatrice che vuole imbrigliare la libertà e la giovinezza ai suoi dettami anacronistici.
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L’intera selezione di “Alice nella città” ha rivelato quest’anno numerose sorprese, sia fra i film del concorso “Young Adult” – tredici lungometraggi fra cui sei opere prime votate da una giovane giuria composta di ragazzi e ragazze fra i quattordici e i diciotto anni selezionati su tutto il territorio nazionale – sia fra le opere fuori concorso, destinate ai più piccoli, ed in quelle di Alice/Panorama, rivolte a specifici contesti di formazione ed a linguaggi narrativi del mondo giovanile più ‘adulto’.
Da segnalare i tre film fuori concorso, la cui uscita nelle sale italiane è già stata programmata, per raggiungere un pubblico di grandi e piccini: “Belle e Sébastien – L’avventura continua”, diretto dal francese Christian Duguay e basato sulle storie dell’autrice francese Cécile Aubry, è il secondo capitolo della fortunata saga ambientata in Francia durante la seconda guerra mondiale, in un paesino ai piedi dei Pirenei, di cui sono protagonisti Belle, un grande cane bianco, ed il suo padrone Sébastien, un bambino orfano cresciuto dal nonno; le loro movimentate avventure avranno qui risvolti emozionanti ed imprevedibili; “Il piccolo principe”, primo ed attesissimo adattamento cinematografico di uno dei più noti classici della letteratura per ragazzi dello scrittore Antoine Saint-Exupéry, viene portato sul grande schermo da Mark Osborne (regista di Kung Fu Panda) in una versione che inserisce la storia del piccolo principe in un nuovo contesto animato, con originali risultati visivi.
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“Iqbal: bambini senza paura”, co-produzione italo-francese diretta da Michel Fuzellier e Babak Payami, un cartoon contro il lavoro minorile, ispirato alla vera storia di Iqbal Masih, un bambino pakistano, costretto a lavorare in una fabbrica di tappeti fin dall’età di 4 anni che, riuscito a fuggire ad 11 anni, diventerà protagonista e vittima di una drammatica battaglia in favore dei diritti dei minori.
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