Il film rispetta, per la maggior parte della durata, la trama del libro, inoltre in molte scene sono presenti frasi direttamente tratte dal testo. Essendo l’ultimo film ispirato alla trilogia, è sicuramente il più travolgente dei quattro. Il cast ha svolto un lavoro eccezionale, coinvolgendo moralmente anche coloro che non erano molto affiatati alla saga. Ciò è sicuramente merito degli attori che sono riusciti ad immedesimarsi a pieno nella parte svolta.
La trama è semplice ma, al contempo, riesce a farti emozionare. Dopo che Peeta, torturato da Capitol City con il veleno degli aghi inseguitori che gli ha fatto vedere Katniss come la causa di ogni male, tenta di strangolarla, il distretto tredici lo sottopone ad una sorta di ricovero per fargli vedere la realtà ovvero che lei non è la causa di ogni dolore bensì la ragazza da lui amata. Nel mentre, la Ghiandaia Imitatrice (da cui il titolo originale The Hunger Games: Mockingjay – Part 2) decide di uscire allo scoperto per registrare altri pass-pro e, fondamentalmente, per cercare di placare le continue rivolte dei Ribelli.
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Purtroppo, dopo che Gale è riuscita a farli uscire allo scoperto, Katniss (nel tentativo di placare la ribellione) è stata vittima di un ribelle e, da quel momento, la Coin e Plutarch hanno decretato la sua missione compiuta.
Con l’intera Capitol City e Panem che credono ormai la Ghiandaia Imitatrice morta, Katniss rispetterà le decisioni prese dal capo del distretto tredici e suo mentore nei precedenti giochi?
[Nota del Caporedattore: Molto azzeccata la scelta di Gwendoline Christie (l’indimenticabile Brienne of Tarth di Game of Thrones) per il ruolo della statuaria Comandante Lyme]
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