Finalmente un film africano sull’Africa! Dopo tanti sguardi occidentali su questo grande e complesso continente, è arrivato sui nostri schermi Teza, opera che merita grande rispetto da parte del pubblico italiano perché proviene dal regista Haile Gerima, che in un precedente film (Adua) ha raccontato la resistenza etiopica alla feroce aggressione di Mussolini – altro che “italiani brava gente”: nel Corno d’Africa gli eserciti col tricolore hanno dato il loro contributo alla terribile storia del genocidio novecentesco…
Uscito per Ripley’s Film con l’aiuto produttivo franco-tedesco, Teza ha ottenuto il premio speciale della giuria al Festival di Venezia 2008.
Il film narra le peripezie di Anberber, un giovane che lascia l’Etiopia imperiale di Hailé Selassié per andare a studiare in Germania, e torna nell’Etiopia socialista di Menghistu, con grandi speranze di contribuire al riscatto del suo paese.
Subirà una cocente delusione: gli oppositori di ieri hanno preso il potere diventando gli oppressori di oggi, e ad Anberber (cui dà volto un Aaron Arefe a volte intenso, altre volte attonito) non resta che riprendere a lottare, come condannato ad un esilio perenne.
Teza, in aramaico “la rugiada del primo mattino”, è un delicato affresco in cui si intersecano diverse fasi della recente storia etiope, realizzato con realismo e qualche tocco onirico e fotografato in bello stile dall’italiano Mario Masini (già direttore della fotografia per Carmelo Bene e i fratelli Taviani).
Insomma, dopo aver visto Teza nessuno potrà dire: “che noia, un film sull’Etiopia!”, o liquidarlo citando l’amico etiope di Ecce Bombo di Nanni Moretti…
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