Conclusasi ieri a Bologna, la quarta edizione del Biografilm Festival ha visto come ospite illustre la presenza di Johnny Depp, che ha presentato Gonzo: The life and work of Dr. Hunter S. Thompson, film dedicato allo scrittore Hunter S. Thompson, nel quale il famoso attore fa da voce narrante.

I due sono stati grandi amici e Depp aveva già interpretato la figura dello scrittore in Paura e delirio a Las Vegas. Riguardo al personaggio del film diretto Alex Gibney (e presentato già lo scorso anno al Sundance), Depp ha dichiarato: “Ho vissuto con Hunter S. Thompson alcuni dei giorni più importanti della mia vita, del mio bisogno di stabilire una profonda amicizia”.

E ha continuato: “Mi diverto molto a impersonare cattivi, pirati e barbieri vendicativi ma ho anche molti altri interessi – dice Depp – Mi piacciono i racconti di vita e Gonzo lo è in assoluto. Però è anche un lavoro politico a 360 gradi, non solo un omaggio letterario a un esplosivo reporter. Thompson ha saputo come pochi capire e raccontare l’America: era un idealista, un sincero patriota che assegnava alla politica un valore sociale e mediatico. Era anche un ispirato e malinconico poeta. Troppo tardi (e solo dopo il suo suicidio) è diventato un autore di culto”.

Ma il rapporto postumo fra i due non è finito qui: Depp ha rivelato di essere al lavoro su The Run Diary, film ispirato ad un libro di Thompson. Potrebbe essere proprio lui a dirigere la pellicola, come ammette Depp stesso: “Firmerò di sicuro la pellicola come produttore esecutivo e mi riserverò il ruolo di Paul Kemp, una sorta di alter ego di Thompson, un giornalista americano in trasferta a Puerto Rico. Mi è stato molto utile per questo progetto il lavoro come voce narrante di Gonzo: Gibney ha avuto dalla famiglia dello scrittore carteggi inediti, filmati, registrazioni, centinaia di immagini perché Thompson era anche un grande fotografo e un analista importante dell’informazione. È stato un grande onore dare visibilità alla vita e all’opera di Thompson, ripercorrendo i ricordi di un’epoca, dagli anni Sessanta alla metà del Settanta, dal periodo acid wave alla love generation“.

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