Dopo Persepolis, la coppia Marjane Satrapi – Vincent Paronnaud si cimenta nella trasposizione di un’altra graphic novel della celebre esule iraniana, molto meno nota della prima. Questa volta, però, non si tratta di animazione, ma di un film con attori in carne e ossa, chiamati paradossalmente ad interpretare una storia ben più eterea di Persepolis.

Pollo alle prugne è, infatti, un racconto romantico e onirico, dove è protagonista l’amore che Nasser Ali, un talentuoso musicista ora furente ora trasognato, nutre per una donna che però non potrà sposare per l’opposizione del padre di lei. Si rifugerà allora nella sua musica, alla ricerca disperata di un violino che abbia la necessaria purezza del suono e che, perciò, sia in grado di evocare i suoi sentimenti. Ma purtroppo nessuno strumento si rivelerà in grado di lenire le pene d’amor perduto…

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Tuttavia, come spesso accade con l’Iran, le vicende individuali hanno il respiro più ampio della Storia, e i personaggi hanno nomi scelti non per caso: quello del protagonista richiama Nasser, il presidente egiziano fautore del panarabismo, mentre l’amata si chiama Irâne, come il Paese d’origine della Satrapi – non per nulla la vicenda ha luogo nel 1958, a pochi anni dal drammatico colpo di stato orchestrato dalla CIA e dagli inglesi contro il democratico Mossadeq, che aveva osato nazionalizzare l’industria petrolifera iraniana.

La malinconica vicenda è narrata con ampio dispiegamento di mezzi tecnici e con il ricorso a diverse modalità espressive, non rinnegando certo Marjane e Vincent le loro origini di illustratori: come affermano loro stessi, gli autori si sono divertiti a saltare dal melò al fantasy, dalla commedia ai film di Méliès. Infine, menzione d’onore per i bravissimi e ben scelti interpreti, dal francese Mathieu Amalric nel ruolo di Nasser Ali, alla portoghese Maria de Medeiros in quello dell’antipatica e infelice moglie, fino alle italian-globali Chiara Mastroianni e Isabella Rossellini.

[Nota del Caporedattore: un grazie di cuore ad Officine Ubu!]

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