madagascar2

Madagascar 2, seguito della tanto acclamata serie, si presenta nella nuova veste africana, con una trama del tutto snaturata. Un potpourri che si muove tra deja vu legati all’infanzia del leone protagonista (unica parte che realmente dà senso di continuità ai due film), vicende che coinvolgono pinguini che trovano ideale un habitat stile savana e parodie tipo Il Re Leone, con relativi dissapori similari tra regnanti.

C’è persino una simpatica disputa animal-sindacale seguita da ricatto (stile mafia di Chicago), uno squalo a passeggio nella savana per acchiappare un minuscolo animale e, dulcis in fundo, un gruppo di turisti iper-tecnologici, di pura matrice newyorkese (particolare esplicitamente marcato nella sceneggiatura), resi simpatici dalla nonnina che ricalca le orme di chi, vecchio stampo, mostra la tempra (dura) di cui è fatto.

Insomma, per capirsi, la storiella è “simpatica”, ma se si è visto il primo film ci si accorge dello strappo che c’è nel filo conduttore (qui a volte quasi demenziale). Questo sequel appare più come una storiella doppia, vissuta in primis dai fantomatici amici animali e poi dal gruppo di turisti americani, uniti da un unico scopo: riuscire a sopravvivere alle ostilità della giungla africana.

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