“Vorrei dirigere un adattamento di un libro intitolato Turning stone“. A rivelarlo è Tim Roth, intervistato nella cornice del Giffoni Film Festival. L’attore britannico ha parlato del suo desiderio di tornare dietro la macchina da presa, trattando il tema degli abusi sui minori. Sul suo progetto ha detto: “Sarà l’autobiografia di un giovane uomo che si è unito a una squadra di agenti di polizia con il compito di salvare i bambini vittime di abusi. E’ una storia che si abbina a Zona di guerra (il suo esordio da regista, avvenuto 9 anni fa, ndr.), ma non si indora nessuna pillola, si parla della realtà”.

Ma i progetti da regista non finiscono qui: Tim Roth ha rivelato di avere in mente di dirigere un adattamento del Re Lear shakespeariano, scritto da Harold Pinter. Inoltre, parteciperà come attore alla serie televisiva Lie To Me.

Si è poi soffermato sulla sua ultima fatica di attore, ossia Funny Games di Haneke, che non esita a definire “l’esperienza più dura nella mia vita di attore. Non so se sia un buon film o un cattivo film. Spero solo che non indugi troppo sulla violenza”. E proprio sul rapporto fra violenza, minori e media ha aggiunto: “Da padre premuroso, cerco sempre di osservare ciò che i miei figli apprendono dai media. Questa mia attenzione, però, viene scavalcata dalla facilità con cui oggi possiamo reperire immagini e filmati violenti attraverso la rete, i media tradizionali e il cinema. Posso solo fare affidamento sulla maturità dei miei figli così come spero che i giovani usino l’intelligenza, piuttosto che la violenza”.

Un’ultima parola la spende infine per L’incredibile Hulk, altro film ancora in sala che lo vede fra gli attori: “E’ un film fantastico – ha detto Roth – io l’ho fatto soprattutto per i miei figli. Se la tua faccia finisce su un cestino per la merenda, dev’essere per qualcosa di fico”.

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