chanel

Chi era e da dove veniva Gabrielle Coco Chanel, la donna che inventò e riuscì ad imporre al mondo uno stile rivoluzionario nella moda e nel costume, diventando un vero e proprio simbolo per generazioni di donne? Proprio a questo interrogativo sembra voler rispondere il film Coco Avant Chanel: l’amore prima del mito, della regista Anne Fontaine, andando alla scoperta delle sue umili e poverissime origini, della ferma determinazione non priva di compromessi e del desiderio di ascesa sociale che, unito al grande talento, trasformarono Coco da oscura sartina di campagna ad emancipata imprenditrice di successo.

Ancora oggi identifichiamo certe scarpe da donna o dei tailleur dal taglio semplice con l’appellativo “chanel”, per non parlare della linea di profumi e cosmetici resa immortale dall’utilizzo del famoso Chanel n.5 unico “elemento” di seduzione che l’indimenticabile Marylin Monroe avrebbe indossato in particolari circostanze.

Senza alcun perbenismo, e forse cadendo di proposito nell’eccesso opposto, Anne Fontane evidenzia anche gli aspetti meno “nobili” di Coco, decisa ad ogni costo ad elevarsi dalla condizione di miseria, prima tentando la strada del varietà insieme alla sorella, poi facendosi mantenere da un ricco aristocratico.

Sarà proprio grazie alle frequentazioni del “bel mondo” che Coco, già abile sarta dai tempi dell’orfanotrofio, svilupperà il suo talento per le tendenze d’avanguardia e per la moda minimalista e quasi androgina, dai cappelli, ai pantaloni, ai costumi per il teatro. Gioie e dolori (la morte dell’unico grande amore della sua vita Boy Capel, interpretato da Alessandro Nivola) si susseguiranno fino al successo: “Ero interessata non tanto all’elemento moda quanto al carattere di questa donna eccezionale – afferma la regista – Mi colpiva il fatto che si fosse fatta da sé: una ragazza che veniva dalle campagne francesi, povera, senza istruzione, ma dotata di una personalità straordinaria e destinata a precorrere i tempi”.

Nei panni della grande stilista, l’attrice francese Audrey Tautou, già Amelie, un po’ meno innocente e forse più vissuta ma decisamente adatta al ruolo.

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