George Clooney a Venezia 66Nonostante il clima da gotha cinefilo, i fotografi faranno fatica a trovare il tempo per cambiare obiettivo e focali, vista la cascata di celebrità che promette di inondare il Lido: saranno come sempre le istituzioni d’oltreoceano a farla da padrone e a scatenare la curiosità degli spettatori più mondani, a cominciare dall’ormai veneziano d’adozione George Clooney, cui è stato riservato, per la terza volta in sei anni, dopo Burn After Reading e Le idi di marzo, il compito di aprire le danze sul tappeto rosso, accompagnato dall’ex-fidanzatina d’America Sandra Bullock.

Torneranno in laguna anche altri volti ricorrenti della rassegna come Nicolas Cage, protagonista di Joe e assente dalla manifestazione dai tempi del Cattivo tenente herzogiano, Scarlett Johansson, con la speranza che non si ripeta il suo già proverbiale ritardo in passerella alla proiezione di Black Dahlia, James Franco, due volte sotto i riflettori come regista di Child of God e come protagonista con Val Kilmer di Palo Alto di Gia Coppola, presentato in Orizzonti e Matt Damon, che rappresenterà The Zero Theorem insieme agli altrettanto immancabili Christoph Waltz e Tilda Swinton.

Per il nutrito cast corale di Parkland, che annovera fra gli altri i già familiari Paul Giamatti e Zac Efron, è tutto ancora un’incognita; sarà la prima volta a Venezia non solo per ventenni ormai affermatissimi come Mia Wasikowska, Jesse Eisenberg e Dakota Fanning ma anche per la quasi ottantenne Judi Dench, già in odore di Coppa Volpi.

Fuori dalla competizione principale si vedranno inoltre un irriconoscibile, zazzeruto Tom Hardy con il suo thriller in tempo reale Locke, il veterano anglosassone Alan Rickman, in coppia con la scoperta alleniana Rebecca Hall nell’annunciato Une promesse di Patrice Leconte, un inedito Daniel Radcliffe, che vestirà i rischiosissimi panni di Allen Ginsberg in Kill Your Darlings (Giornate degli Autori) e una ritrovata Lindsay Lohan, che dopo il bidone tirato alla premiere di Machete nel lontano 2010 presenterà The Canyons dello scorsesiano Paul Schrader. Beghe giudiziarie permettendo, naturalmente.

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