La genesi del film risale a un laboratorio di scrittura che ho tenuto nelle case famiglia di Roma nel 2018.
In seguito, ho deciso di raccogliere quanto più materiale possibile dalle narrazioni che i ragazzi, i tutor e gli assistenti sociali avevano condiviso con me per raccontare una storia autentica e universale.
Christian Filippi
Tra grandi registi, stelle di Hollywood, kolossal e red carpet come non se ne vedevano da prima della pandemia, alla Mostra del cinema di Venezia 2024, nella sezione Biennale College Cinema, ho visto un piccolo film – firmato Schicchera Production – intitolato Il mio compleanno: basso budget, nessuna superstar, focus sul disagio dei giovani ai margini della società, i cosiddetti invisibili.
Eppure questa storia mi ha toccato il cuore.
Merito del regista, Christian Filippi, degli interpreti e qui cito i principali, Zackari Delmas (Riccardino, il protagonista), Silvia D’Amico (la madre), Giulia Galassi (Simona, educatrice della casa famiglia dove vive Riccardino).
La storia è triste, purtroppo come tante, ma si sente che dietro c’è una ricerca profonda per capire la rabbia, il senso di impotenza, l’abbandono, l’emarginazione, la mancanza di sogni di una generazione nata perduta ma con qualche speranza di riscatto.
Infatti, il film nasce da un laboratorio di scrittura che il regista ha tenuto nel 2018 nelle case famiglia di Roma, esperienza che l’ha colpito al punto di voler approfondire una realtà immensa che racchiude tante piccole storie di vita.
Al punto da riuscire a raccogliere e raccontare sul grande schermo la loro anima.
Il mio compleanno narra di un ragazzo che sta per compiere 18 anni e da quando ne aveva 4 è stato sottratto alla madre che soffre di gravi disturbi mentali.
L’arroganza, il menefreghismo, la volgarità di Riccardino non sono, in realtà, lo specchio della sua personalità.
Sono soltanto il mezzo per nascondere il suo sogno di sempre: scappare dalla casa famiglia, raggiungere la sua mamma e vivere con lei.
Non importa come o dove, purché possano stare insieme.
Nonostante nella casa riceva attenzioni, una cultura per trovare un mestiere, accudimento e anche affetto, soprattutto dall’educatrice Simona che si prede a cuore il ragazzo, Lui decide di scappare.
Il mondo reale rappresenterà, purtroppo, la sua più profonda delusione ma, forse, anche l’unica via per ricominciare.
Un film che ci auguriamo di vedere al più presto nelle sale.
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