Dancing with Maria_locandina originale

Tutto ciò si sente, quando qualcuno ha l’allegria che ho io nell’aver sempre vissuto del mio lavoro, di ciò che sono, ma al tempo stesso avere la possibilità di dare.
L’arte è intuizione. L’arte è andare in luoghi assolutamente sconosciuti.

Dancing with Maria è la storia di Maria Fux, ritratta attraverso le sue seguitissime lezioni che lei conduce con rara eleganza, sensibilità e forza. Una fusione di qualità che risulta ancora più incredibile se si pensa che questa favolosa danzatrice argentina è nata nel 1922 e possiamo ammirarla sul grande schermo grazie al regista friulano Ivan Gergolet che ne ha così descritto la genesi al quotidiano Il Piccolo: “L’idea del film è nata dopo un viaggio che ho fatto a Buenos Aires con mia moglie per accompagnarla a un seminario di Maria Fux. […] Maria mi permise di riprendere anche alcuni passaggi del suo seminario e al rientro ho montato il materiale. E’ stato Igor Princic, vedendo quei cinque minuti di montaggio qualche mese dopo, a rendersi conto delle potenzialità che c’erano. Mi ha rispedito immediatamente in Argentina per proporre a Maria di lavorare insieme a un film”.

Non è difficile da credere, visto il carisma di un’artista totale capace di sintetizzare la propria vita danzante in modo così preciso e globale: “Quando il corpo ascolta un suono, trasforma ciò che ascolta in un movimento unico, che è in relazione a ciò che sta ascoltando. […] “Io sono la gamba che danza di mia madre” […] “L’arte è intuizione. L’arte è andare in luoghi assolutamente sconosciuti.” […] “Ci sono due modi di vivere la vita: ciò che gli altri pensano di te o ciò che sei”.

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Ma la più importante perché rappresenta la demarcazione tra la danzaterapia applicata e perseguita da Maria Fux per più di quarant’anni e l’opera dei suoi predecessori è: “Le differenze appartengono a tutti”. L’unica reale differenza tra un normodotato ed una danzatrice non vedente o affetta dalla sindrome di Down e nell’occhio, nel pregiudizio di chi guarda ed è questa la marcia in più del lavoro di Gergolet che ci fa vivere le lezioni di Maria attraverso i gesti dei suoi allievi che sono spesso talmente ai margini di ciò che il cliché del ballerino farebbe supporre da aprirci la mente e farci comprendere che la differenza è sempre un valore aggiunto, mai un limite.

Dal sito ufficiale di Dancing with Maria: “Nel 1968 presenta al Congresso Internazionale di Musicoterapia, che quell’anno si svolge a Buenos Aires, una relazione sul tema ‘La danza come terapia’ dove per la prima volta si parla dell’importanza della danza come mezzo educativo ed espressivo per gli audiolesi. Da quel momento, Maria Fux diventa un punto di riferimento in Europa e nelle Americhe per la formazione alla danzaterapia. Nel 1980 inizia la collaborazione in Italia con Lilia Bertelli con la quale fonderà a Firenze nel 1989 il Centro Toscano di Formazione in Danzaterapia ‘Maria Fux’. Oggi molti operatori, medici e psicologi, che hanno sperimentato la validità del metodo di Maria Fux lo applicano nel trattamento di persone di varie età con problemi sensoriali (non vedenti, non udenti), sindrome di Down, disagio psicologico, sia a scopo riabilitativo che terapeutico. Il 14 maggio 2002 viene nominata “cittadina illustre” di Buenos Aires”.

Un sentito grazie per il coraggio ad Exit Media che sta distribuendo in Italia quest’opera pregevole.

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