Quello che meraviglia è che ancora ci provino. Alla Dreamworks continuano a misurarsi coi rivali storici della Pixar, in una guerra fatta di battaglie rigorosamente e regolarmente perse. Quest’estate hanno provato a contrapporre all’irresistibile robottino WALL-E, l’impacciato a tenero Po di Kung Fu Panda. Almeno in America: da noi l’impietoso confronto diretto è saltato per comprensibili ragioni di distribuzione. La vera lacuna Dreamworks, cui nemmeno il film di John Stevenson e Mark Osborne sfugge, è che le loro storie, i loro personaggi, le loro gag sono VECCHI. Già visti. Oramai quasi noiosi. Con buona pace degli sforzi – per carità, sempre riuscitissimi e dai risultati impeccabili – volti a cercare una resa grafica che sfiora il realismo più estremo.

Ma non è più questo che il pubblico cerca: che il Panda sia come vero e che i baffi del maestro di kung fu si muovano al vento con naturalezza disarmante non meraviglia più nessuno. Sono “conquiste” acquisite da tempo. Mentre la genialità di una gag, l’originalità di una trama, l’estro nel dipingere un personaggio da ricordare e rivedere sono le vere sfide dei film in CGI al giorno d’oggi. E in tutto ciò Kung Fu Panda pecca clamorosamente.

A cominciare dalla trama, di quelle semplici semplici semplici: un abbozzo di soggetto più che un vero script. Il panda Po, grassottello e un po’ sfigato (quanto basta da far tenerezza), vorrebbe abbandonare la bottega di spaghetti paterna per darsi al kung fu. Viene rocambolescamente scelto come il Guerriero Dragone che dovrà difendere la sua terra dalla minaccia del leopardo Tai Lung: lo aspettano mesi di improbabili addestramenti, accompagnato dal maestro Shifu, dai leggendari Cinque Cicloni e… dallo scetticismo generale nei confronti delle sue reali capacità.

Moraletta a parte sull’importanza di credere in se stessi e nelle proprie capacità (anche qui un pizzichino di originalità in più non avrebbe guastato), dopo la prima ora il film ha esaurito l’evolversi narrativo vero e proprio e si riduce a sterile sequenza di combattimenti spettacolari, stile film d’azione hollywoodiano di bassa lega. Tanto per mettere in mostra le doti grafiche dei disegnatori: quelle di cui oramai non si meraviglia più nessuno – dicevamo prima.

Difficile che le disavventure di Po riescano a strappare più di una mezza risata e qualche sorriso: il vero divertimento va cercato altrove. A poco vale l’aver coinvolto al doppiaggio gente del calibro di Dustin Hoffman (il maestro Shifu), Jack Black (Po), Angelina Jolie (la lottatrice Tigre) e Lucy Liu (Vipera – nomen omen…), se non altro perché nella versione italiana ovviamente non figurano loro, ma Fabio Volo & Company… Mentre l’ambientazione cinese in pieno stile “luogo comune” non brilla nemmeno quella per originalità, così come la scelta di realizzare l’ennesimo film d’animazione con animali per protagonisti. Sarebbe ora di cambiare genere!

Insomma, un’altra battaglia persa. Rimandiamo la Dramworks agli esami natalizi, quando nei cinema torneranno quelli di Madagascar. Fu l’ultimo film notevole di Katzenberg e soci: speriamo che il sequel non deluda.

(Per leggere la conferenza stampa di presentazione del film, con Dustin Hoffman, Jack Black e Fabio Volo, clicca qui)

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2Comments

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  1. 1
    Emanuela

    noooo perchè questi commenti così pessimistici?? per me è stato davvero bellissimo!!! …io amo i panda.. ma è stata bella sia la trama che la grafica!!

  2. 2
    Federico Arcieri

    Scusa ma credo che in questa recensione tu ti sia lasciato trasportare troppo dal tuo odio verso la Dreamworks. Non solo il soggetto è piuttosto originale rispetto ad alcune “idee geniali” della Pixar che geniali non sono… Il film è davvero divertente, ricco di gag visive e dialogiche che nella maggior parte dei casi risultano a dir poco esilaranti. Anche la volontà di non cadere in certi clichè (il maestro che muore orgoglioso del suo allievo, il padre che svela al figlio di averlo adottato) sono davvero ammirevoli e colpiscono nel segno di stupire il pubblico.
    Insomma, oltre alla incredibile capacità tecnica, i ragazzi della Dreamworks avrebbero davvero qualche lezione da insegnare ai loro colleghi della Pixar. Con tutto il rispetto per questi ultimi e per i tuoi personali gusti.
    Questo è quello che Kung Fu Panda è stato per me, poi è chiaro che ogni spettatore può pensarla diversamente…

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