In un ipotetico futuro gli Stati Uniti d’America sono di nuovo divisi da una sanguinosa guerra civile. L’attuale presidente in carica (Nick Offerman) sta per capitolare, con le truppe secessioniste che avanzano sempre di più verso Washington DC e che non hanno fatto mistero che sono intenzionate a giustiziarlo sul posto una volta presa la Casa Bianca.

Allora prima che sia troppo tardi un gruppo di giornalisti di guerra composto da Lee (Kirsten Dunst), Joel (Wagner Moura) e Dave (Jefferson White) vorrebbe provare ad intervistarlo, ma la missione è tutt’altro che facile, soprattutto se oltre a guardarsi le spalle dai due schieramenti ostili bisogna fare anche da “babysitter” alla giovane e volenterosa Jessie (Cailee Spaeny), intenzionata anche lei a diventare una reporter di conflitti.

Prodotto da A24 e DNA Films e diretto da Alex Garland (Ex Machina), dal 18 Aprile 2024 grazie a 01 Distribution sarà finalmente al cinema in Italia Civil War, un lungometraggio ucronico ma non troppo.

I ricordi del 6 Gennaio 2021, quando c’è stato l’assalto a Capitol Hill, il Campidoglio degli Stati Uniti, sono ancora molto freschi nella memoria di milioni di persone. Quel giorno si è assistito a un vero e proprio tentativo di colpo di stato da parte dei sostenitori di Trump, gruppi complottisti e fazioni di estrema destra che, “fortunatamente”, si è concluso con poche vittime, feriti e vari atti vandalici, invece di evolversi in una vera e propria seconda guerra civile americana che resta, quindi, una fantasia letteraria, fumettistica o audiovisiva, come nel caso di questo film.

Civil War fa dunque subito pensare a uno scenario futuro in cui le cose sono andate diversamente, ma come accennato poco prima, l’ucronia è presente ma non è l’elemento portante della pellicola.

Senza troppi giri di parole, forse, un titolo più adeguato sarebbe stato Reporter of War o qualcosa di simile perché la narrazione filmica di questo secondo ipotetico conflitto civile in USA non scende così tanto nel dettaglio.

Gli accenni agli schieramenti ed ai progressi militari sono, infatti, poco più che accennati mentre viene dato ampio spazio a tutte le dinamiche del giornalismo di guerra, la branca più rischiosa ma anche la più cinica di questo mestiere perché, oltre a rischiare la vita sotto i bombardamenti e le sparatorie, bisogna sempre restare neutrali rispetto a quello che sta accadendo sotto i propri occhi.

Una regia ed una fotografia sublimi catapulteranno lo spettatore come se fosse presente sul campo di battaglia, così come verrà mostrata senza alcuna edulcorazione quella fazione di americani devota non soltanto al militarismo ma anche al più becero e pericoloso razzismo.

Ringraziamo Federico Frusciante per la sua approfondita videorecensione di Civil War che trovate qui sotto.

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