Fuga in tacchi a spillo_locandina italianaBuddy movie al femminile on the road, Fuga in tacchi a spillo inanella situazioni e colpi di scena, senza mai graffiare davvero, mentre la coppia composta da Reese Witherspoon e da Sofia Vergara fatica a trovare una vera chiave comica.

Parto col tacco

Una poliziotta molto rigida e attenta alle regole dovrà proteggere la sexy ed estroversa vedova di un boss della droga, mentre vengono inseguite attraverso il Texas da poliziotti corrotti e tiratori scelti.

La commedia americana è un mondo eterogeneo e affastellato in cui trovano posto le figure più disparate e le soluzioni – apparentemente – più imprevedibili. In realtà, tutto può essere racchiuso in due grandi campi: quelli che hanno il coraggio di osare e quelli che non ce l’hanno, quelli che cercano di rinnovare i codici e quelli che cercano di riproporli un po’ stancamente. Se nel territorio di chi osa e di chi gioca consapevolmente con i cliché possiamo trovare un film come Facciamola finita, sull’altro versante – quello della cosiddetta “tradizione” – troviamo invece un titolo come Fuga in tacchi a spillo.

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E il caso del film diretto da Anne Fletcher sembra emblematico: dietro la facciata di una vicenda apparentemente spiazzante (trovare due donne protagoniste è merce rarissima e lo è ancor di più se il genere di riferimento è una commedia, specie se con aspirazioni action), si consuma non solo e non tanto la più classica delle contrapposizioni (la tipologia di persona rigida che si scontra con una più esuberante ed “anarchica”; basti pensare al recente Parto col folle, a sua volta figlio di Un biglietto in due), quanto soprattutto la dinamica di una comicità timida, mai radicale e sempre attenta a non urtare il pubblico generalista di riferimento.

Si occhieggia vagamente al lesbismo, si improvvisa una tiepida lotta femminile, ci si lancia in quasi-pirotecnici colpi di scena, si individuano situazioni inattese in discreta serie, il tutto però viene fatto senza andare mai a fondo, senza ‘disturbare’ lo spettatore, ma solo provando a intrattenerlo in modo composto e morigerato. Valga in tal senso d’esempio il momento in cui da una macchina esplode letteralmente un carico di droga che va ad inzaccherare i personaggi, sia nelle narici che per tutto il corpo; l’inalazione inaspettata – la cui natura viene ovviamente e banalmente fraintesa dal camionista che ha provocato l’incidente in una gag piuttosto scontata – provoca però ben poche conseguenze, se non una momentanea e subitanea eccitazione che va ad esaurirsi nel giro di un paio di minuti e da cui non scaturisce nessun effettivo disastro.

E sarà magari anche per via dell’assenza di caratteristi di rilievo che possano dare sostanza all’ordito, che diviene ben presto evidente quanto siano soprattutto le due protagoniste, la poliziotta Reese Witherspoon e la vedova del boss Sofia Vergara, ad apparire inadeguate, non abbastanza a loro agio in vesti comiche. All’interno della coppia una dovrebbe fare da spalla all’altra, ma nessuna si prende in carico la responsabilità di condurre le danze. Di certo viene da rimpiangere l’assenza nel cast di una comica di professione, come ad esempio Melissa McCarthy, che con la sua fisicità esuberante e la latente volgarità sempre sul punto di esplodere è tra le poche a possedere un bagnaglio di vero e navigato mestiere. E in tal senso, Fuga in tacchi a spillo finisce dunque per essere, più che la sagra delle occasioni mancate, l’ennesima dimostrazione di come il comico funzioni solo quando colpisce al basso ventre e non quando fa finta.

[Thank you, Quinlan!]

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