Prodotto da DreamWorks Animation e distribuito da Universal Pictures International Italy, Kung Fu Panda 4 sarà finalmente al cinema da Giovedì 21 Marzo.

Anche se non sembra invecchiato di un giorno, sono passati già un po’ di anni da quando Po è diventato il Guerriero Dragone, tanto che il Maestro Shifu gli comunica che presto dovrà fare ciò che il Maestro Oogway fece anni fa: nominare un nuovo Guerriero Dragone e diventare la Guida Spirituale della Valle della Pace.

Po non è molto entusiasta dell’idea e cerca in tutti i modi di rimandare la successione, la quale viene posticipata anche per via dell’insorgere di nuovi pericoli. Non solo è rispuntato all’improvviso il malvagio Tai Lung ma in un luogo remoto una nuova Maestra di Kung Fu conosciuta come La Camaleonte sta progettando la conquista dell’intero continente.

Senza i Cinque Cicloni a supportarlo, Po dovrà affidarsi a Zhen, una truffaldina volpe corsac, per tentare di portare a termine la missione.

Come andrà a finire?

Dopo ben otto anni, tornano sul grande schermo le avventure di Po; nel mezzo, il simpatico Panda gigante amante del Kung Fu è stato protagonista, dopo il terzo episodio della saga, di due ulteriori serie tv (la prima, ambientata tra il primo ed il secondo capitolo della saga, era del 2011).

Tanta curiosità ma anche apprensione perché, dopo aver goduto di una trilogia cinematografica di così alto livello la preoccupazione di vedere un prodotto non all’altezza della situazione è più che legittima; tra l’altro, buona parte del primo atto di Kung Fu Panda 4 non fa altro che aumentare questi timori. Senza cadere nello spoiler, se l’idea di assegnare a Po l’arduo compito di Oogway è più che sensata, non si può dire lo stesso della sua decisione di affidarsi a Zhen.

L’eccessiva sospensione dell’incredulità in questa prima parte, oltre ad una drammaticità lontana anni luce da quella struggente dei primi tre capitoli, è parzialmente compensata da un ottimo umorismo, in particolare grazie alla scena della locanda sulle palafitte mentre, quando lo scontro con la Camaleonte entra nel vivo, la musica cambierà radicalmente.

Otto anni sono tanti anche per quanto riguarda il doppiaggio; era dunque più che logico aspettarsi scelte diverse anche in questo ambito ma fortunatamente si sono rivelate tutte di altissima qualità.

Marco Mete ha ripreso nel migliore dei modi il lavoro di un grande direttore come Francesco Vairano, il quale non è tornato a doppiare Ping per via della sua decisione di occuparsi sempre di meno di doppiaggio e direzione nell’ultimo periodo. Vairano è stato sostituito degnamente perché a doppiare il padre adottivo di Po è stato nientemeno che Oliviero Dinelli, storica voce del mitico Rowan Atkinson (Mr. Bean).

Manca all’appello anche Eros Pagni per il Maestro Shifu, personaggio che stavolta ha potuto parlare con il timbro di un altro pezzo da novanta come Carlo Valli (voce italiana dell’indimenticato Robin Williams).

Sono tornati invece Fabio Volo come voce del protagonista Po (nell’originale, si tratta dell’immenso Jack Black) ma anche Paolo Marchese per Li Shan e Fabrizio Pucci per Tai Lung, mentre i nuovi personaggi come Zhen, Camaleonte (nella versione originale, la voce di Chameleon è della meravigliosa Viola Davis) e Han hanno rispettivamente le voci di Alessia Amendola, Laura Romano e Francesco Pezzulli.

Certo, magari qualcuno avrebbe voluto vedere in scena anche i Cinque Cicloni o più spazio dedicato agli storici villain ma le sequenze d’azione messe in scena nell’ultimo atto sono comunque mozzafiato e quindi, per parafrasare una citazione del Maestro Shifu nel primo capitolo… Kung Fu Panda 4 è stato fico.

Kung Fu Panda 4_locandina originale

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