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Black Dog di Guan Hu è giunto nelle sale italiane 27 Febbraio, grazie a Movies Inspired.

Lo splendido ultimo lungometraggio di questo illustre rappresentante della Sixth Generation è stato presentato a Cannes 2024 nella sezione Un Certain Regard, dove ha vinto il premio come Miglior Film.

Black Dog narra la storia del giovane Lang che, appena uscito di prigione, fa ritorno nella sua città natale, ai margini del deserto del Gobi, nella Cina nord-occidentale.

La città è perseguitata da un numero incredibile di randagi (i veri protagonisti del film) ed il nostro protagonista (mirabilmente interpretato dalla star del cinema cinese contemporaneo Eddie Peng) si trova costretto ed entrare a far parte della locale pattuglia di spietati accalappiacani (lavoro che lui odia), assoldati per “bonificare” le strade e far fare bella figura al governo prima delle Olimpiadi del 2008.

Inizierà quindi per lui una relazione di amore/odio con il leader dei quadrupedi: un (apparentemente) pericolosissimo cane nero (da cui il titolo) da lui già incontrato in precedenza (sequenza meravigliosa).

Il loro doloroso incontro, pervaso da un amore sincero e totalmente reciproco che li unirà per sempre, segnerà un nuovo inizio per queste due anime solitarie… dando il via ad un susseguirsi di perfette scene uomo-cane che sono, probabilmente, tra le più belle mai apparse sul grande schermo.

Complici una regia abilissima ed una gestione della fotografia che non ha nulla da invidiare ai maestri del cinema europeo, Black Dog ci regala infatti 110 minuti di assoluta poesia in immagini; durissima, bellissima… a tratti assolutamente commovente.

Come dichiarato dallo stesso Guan Hu:

“La crescita economica ed il cambiamento sociale della Cina erano, all’inizio del XXI Secolo, al loro culmine. Ciò che in Cina è durato solo trent’anni avrebbe francamente richiesto più di un secolo in un altro Paese o in un’altra epoca. Tutti hanno beneficiato di questa trasformazione, ma in quel rapido processo di cambiamento era inevitabile che alcune cose si perdessero o venissero dimenticate, o che l’ondata di sviluppo avesse un impatto su coloro che erano stati superati dalla velocità del cambiamento.

Quando arriviamo in una città un tempo prosperosa ma ora dimenticata e vediamo una persona che una volta era in ginocchio ma che ora sta cercando di rimettersi in piedi, è come se vedessimo Lang mentre si imbatte in un’altra anima solitaria: un cane nero che corre veloce e che scatena l’animale che è in lui.

Tutti gli esseri umani hanno un lato animale, anche se è stato a lungo represso. Lang decide di alzarsi e correre di nuovo… Puntiamo l’obiettivo della macchina da presa su cose che molti film trascurano e ci concentriamo su individui rari che sono riusciti a ricostruire un senso di dignità.

Crediamo che questo sia fondamentale per il futuro di questa comunità. Queste persone possono essere una minoranza, ma sono ancora parte di noi. Se a distanza di qualche anno ci guardiamo indietro e ci rendiamo conto che c’è un valore in tutto questo, allora possiamo anche dire che questo è il valore del cinema.”.

Un attento, spietato ed intensamente poetico quanto realistico ritratto delle due anime che coesistono, stridenti, nella Cina contemporanea che chiunque dovrebbe vedere e far vedere.

Una visione preziosa.

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