Eva no duerme_locandina originaleCon Eva no duerme («Eva non dorme») Pablo Agüero ha proposto un’opera tra le più interessanti della decima edizione della Festa del cinema di Roma: utilizzando un linguaggio di matrice teatrale, e ricorrendo a sequenze d’archivio come contrappunto del recitato, il regista argentino costruisce una straordinaria narrazione del mito di Eva Perón, moglie e musa politica del presidente dell’Argentina a cavallo tra gli anni 40 e 50. In quel periodo tumultuoso, Evíta – come fu chiamata da un popolo incline ai diminutivi – costruì la sua leggenda di donna di forte temperamento e capace di interpretare la volontà popolare dall’interno del “Palazzo” (il movimento peronista fu detto anche giustizialista o populista).

Quando morì a soli 33 anni, una folla oceanica riempì le strade di Buenos Aires per partecipare ai suoi funerali, tanto era amata. E quando, di lì a poco, il marito Juan Domingo fu detronizzato dal primo di una serie di golpe militari, il suo cadavere divenne immediatamente un pericolo per la dittatura: il generale Aramburu, che fece bombardare Buenos Aires causando centinaia di vittime civili, temeva che anche da morta diventasse un simbolo per i descamisados, i diseredati tenuti ai margini del benessere riservato alle classi agiate. Nacque così il folle progetto di trafugare la salma di Eva Perón, già imbalsamata con tecniche inedite ad opera di uno specialista spagnolo.

[youtube]https://youtu.be/m192-rVgm9U[/youtube]

Per raccontare questo episodio poco noto al di fuori dell’Argentina, e comunque ormai dimenticato, Agüero (“In Eva no duerme nulla è del tutto realista, come a ricordarci che non esiste una realtà unica”) si è ispirato al realismo magico, magistralmente interpretato nella letteratura latinoamericana da Gabriel García Márquez. Il ruolo più inconsueto è stato assegnato alla giovane attrice Sabrina Macchi: per diventare il corpo di Evíta ha dovuto fare “esercizi di yoga, seguire una alimentazione speciale per raggiungere l’assoluta immobilità e sopportare varie ore nell’acqua fredda”. In questo modo, la pasionaria argentina viene mostrata in tutta la sua capacità di interagire con il mondo dei vivi, diventando oggetto di venerazione per tutti coloro che intendevano opporsi alla dittatura perché evocava l’energia e la vitalità di un popolo che non vuole sottomettersi.

È fondamentale, a questo riguardo, l’uso della voce di Eva, calda, potente, diretta, che – recuperata da filmati dell’epoca – viene “incorporata nel film come se fosse un strumento: campionata, deformata, diluita e distorta fino ad assumere un timbro che ricorda i Clash”. Agüero ha intuito come Eva Perón fosse “rock puro, dal ritmo ai toni incendiari dei suoi discorsi, proprio come i migliori interpreti del rock” e, al tempo stesso, ha rispolverato il theremin, lo strumento preferito degli spiritisti, per confezionare un prodotto con chiari riferimenti all’esoterismo.

[youtube]https://youtu.be/6uvU1Kzrr6I[/youtube]

A Gael García Bernal è affidato un ruolo-cameo che apre e chiude il film, nei panni ambigui di un sanguinario dittatore (l’Ammiraglio, chiaro riferimento storico a Emilio Eduardo Massera che con Videla diresse la junta militare al potere dal 1976 al 1983) che fa da voce narrante inveendo contro Eva Perón per aver dato voce ai senza voce, dai lavoratori industriali agli indios mapuche.

Più da connaisseur, invece, la scelta del francese Denis Lavant (attore-feticcio di Leos Carax) per il ruolo del militare spietato, pronto a tutto per obbedire agli ordini ricevuti: si tratta una allusione ai militari francesi che introdussero in America Latina la dottrina della «lotta antisovversiva», con l’orribile corredo di torture, omicidi e sparizioni forzate. Di grande forza è lo scontro con il giovane soldato di guardia al cadavere di Eva Peron, che esibisce le stesse cicatrici del superiore fanatico: solo che il militare le ha riportate nella battaglia colonialista di Dien Bien Phu, in Vietnam; il ragazzo, invece, in una rissa in un quartiere ribelle. Più diversi non potrebbero essere, ma si trovano a condividere il segreto di una nazione intera nell’angusto spazio del camion che trasporta la bara.

La fascinazione per la morte, infatti, sembra indicare che l’Argentina ha un rapporto speciale con la necrofilia (dal sequestro della mummia di Eva Perón e la profanazione del cadavere del marito alla amputazione delle mani di Che Guevara): la risposta di Pablo Agüero, invece, è che “l’intera civiltà cristiana è necrofila, essendo basata sulla adorazione di un cadavere, l’esibizione di uno strumento di tortura quale è la croce e la sacralizzazione della sofferenza e della morte”.

La splendida Sofia Brito insieme a regista e cast di Eva no duerme al Festival di San Sebastian
La splendida Sofia Brito insieme a regista e cast di Eva no duerme al Festival di San Sebastian

You May Also Like

More From Author

+ There are no comments

Add yours