Quando si hanno a disposizione il talento ed il sodalizio con Romain Duris (relazione consolidata attraverso ben sei film, tra cui L’appartamento spagnolo, che lo ha fatto conoscere al grande pubblico internazionale) un cast stellare composto dai migliori attori di Francia (Dio esiste e si chiama Juliette Binoche) ed una predisposizione per le storie di sentimenti ed esistenze incrociate, un film non può che riuscire al meglio.
Prova di ciò è Parigi, tributo del 47enne francese Cédric Klapisch alla sua capitale ed alla città che, più di tutte, fa sognare gli innamorati dell’intero pianeta: “C’è sempre stata molta Parigi in tutti i miei film, come Riens du tout, Chacun cherche son chat e Peut-être ma non in modo così esplicito. Avevo l’impressione di averci girato intorno per troppo tempo e mi sembrava il momento giusto per approfondire il tema”. Ottima decisione, Monsieur!
Duris è, infatti, protagonista ideale di questa Insostenibile leggerezza dell’essere girata in levare, tra timidezze ed assenze, amori non rivelati e sentimenti, letteralmente, morti sul nascere. Curioso inoltre, che sia proprio lui ad interpretare il ballerino cardiopatico Pierre, lui che ci ha fatto sognare con il bellissimo manigoldo pianista di Tutti i battiti del mio cuore, il cui titolo originale tradotto in italiano sarebbe proprio Il giorno in cui il mio cuore si fermò.
Questi 129 minuti di splendido cinema ricordano molto il vecchio racconto del ciabattino che riconosceva le persone dalle scarpe senza vederne i volti e viveva le loro vite per interposta persona. Dalla vicenda dell’immigrato di colore sino ai “lavoratori della carne” (con quella piccola, perdonabile, “scivolata” che ricorda tanto Il macellaio di Grimaldi) che passano una notte di sogno in compagnia di un gruppo di meravigliose modelle in cerca di avventure proibite con “la gente del popolo”.
La vera chicca del film è, però, l’episodio che vede protagonista il talentoso Fabrice Luchini (impossibile non ricordarlo nel ruolo del commercialista che si finge analista per sedurre la Bonnaire, in Confidenze troppo intime di Leconte!), attempato professore universitario di storia che si innamora della sua studentessa più bella (la divina Mélanie Laurent ovvero colei che, alla Festa del Cinema di Roma 2007, ha reso quasi sopportabile L’amour caché di Alessandro Capone) e flirta con lei attraverso assurdi sms baudelairiani. Indiretta e libera citazione da Le invasioni barbariche? Anche se, questa volta, a rischiare la morte…è un altro.
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