Si terranno a Marzo le prime selezioni dei film che saranno presentati alla prossima Mostra del Cinema di Venezia, ma Marco Müller, fresco di nuova nomina a direttore artistico della manifestazione, già lancia le linee guida per il futuro assetto del festival. “La scelta delle opere sarà sempre più selettiva per dare spazio a chi veramente lo merita”, ha detto il direttore, che ha aggiunto quella che sembra la novità più rilevante: “Ci sarà un’altissima presenza di lavori anglo-americani ma – grazie al lungo sciopero degli sceneggiatori che ha ritardato alcune produzioni delle major – saranno finalmente quelli che vogliamo veramente: i veri indipendenti”.
Un buona notizia, specie considerando il trend smaccatamente filo-asiatico delle ultime edizioni della Mostra. Müller ha anche specificato quale sarà il criterio di selezione dei film italiani: “Di certo saranno una decina sui circa 60 totali del programma e non lasceranno da parte quegli autori che hanno esordito grazie alla Mostra”.
E, dopo aver espresso il desiderio che la manifestazioni diventi sempre più terreno di commistione fra cinema e altre arti visive, il direttore artistico ha spostato l’attenzione su uno dei nodi cruciali: la questione economica. Nel far notare che “almeno metà delle opere prese dai tre festival [Cannes, Venezia e Berlino, ndr.], non vengono vendute alle distribuzioni locali”, ha suggerito la creazione di una fondazione che si occupi proprio di distribuire i film: “Ormai è però tempo che in questa direzione si muova davvero qualcosa – ha dichiarato -. Bisogna attivare il mercato, perché la qualità dei festival non resti invisibile. Questo servirebbe inoltre a dare respiro economico ai produttori indipendenti, che per portare i propri film ai grandi festival, investono almeno 70/80 mila euro”.
Ora attendiamo solo che tali sagge parole si trasformino in realtà. Tutto il movimento cinema (quello di qualità) ne ha bisogno!
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