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Che tutti siano uno perché il mondo creda

Il 30 maggio scorso, presso il Teatro Italia di Roma, Alessio Boni ha dato la sua voce e l’Orchestra da Camera Giuseppe Tartini di Latina i suoi 25 musicisti per sostenere la Comunità Missionaria di Villaregia, in questa sua settima missione nei paesi più poveri del mondo. Questa volta, la destinazione privilegiata dei loro sforzi è il Mozambico. “Viaggio in musica e versi per l’Africa”, quindi. La culla del genere umano, ove tutto ha avuto inizio, è sempre più vessata ed affamata. Iniziative come questa sono, quindi, necessarie e vanno sostenute con ogni mezzo.

Boni, noto al grande pubblico per le sue acclamate interpretazioni cinematografiche (La meglio gioventù, Caravaggio, Complici del silenzio, Quando sei nato non puoi più nasconderti), ha intensamente interpretato delle splendide poesie africane mentre, attraversando acusticamente il mondo, dall’Inghilterra alla Cina, l’orchestra ha eseguito una selezione di brani internazionali, in una suggestiva atmosfera di solidarietà.

E’ stato proprio Alessio Boni, in qualità di ambasciatore Unicef, a darci il senso della sua presenza: “L’Africa grida e noi non possiamo non rispondere. Ho toccato con mano la difficile realtà del Mozambico e conosco il grande lavoro della Comunità Missionaria di Villaregia in favore dei poveri. Per questo – prosegue l’attore, ho accolto con entusiasmo l’invito a partecipare a questa bella serata di beneficenza”.

Sono, però, le parole dei missionari della Comunità di Maputo, come è giusto che sia, a darci la misura dell’importanza di questo spettacolo:
“Siamo arrivati il 10 gennaio in 8 missionari. […] Siamo alla periferia nord della città di Maputo, a circa venti chilometri dal centro. Mano a mano che ci si allontana dalla città, davanti ai nostri occhi il paesaggio cambia. Aumentano le baracche e i fiumi di persone che si riversano in strada. Fa parte di questo paesaggio, l’enorme immondezzaio, dove le persone, dopo che i camion hanno scaricato l’immondezza, vanno per cercare qualche cosa da mangiare. Passandoci davanti in macchina, si intravedono enormi cumuli di spazzatura e le persone si distinguono da tutto il resto…solo perché si muovono. La città e le periferie mostrano i segni di un paese che ha vissuto per tanti anni la guerra e quindi non ha sviluppato le infrastrutture basiche di una convivenza sociale. La mancanza di rete idrica e fognaria in tanti quartieri, di strade, di luce elettrica fanno di questo paese uno tra i più poveri del mondo. Siamo arrivati qui, nel periodo più caldo dell’anno. La temperatura, in certi mesi dell’anno, arriva anche a quaranta gradi. Nei giorni scorsi, dopo un forte temporale, anche nel nostro quartiere è mancata la luce per due giorni. Siamo rimasti anche senz’acqua. […] Nella zona dove abitiamo, solo la strada principale è asfaltata, tutte le altre sono di sabbia e molte di esse sono impraticabili con un’auto normale. La mancanza di acqua potabile nelle case, obbliga molte persone a cercare l’acqua nei pozzi. […] E’ normale veder tornare le donne tornare a casa con un bidone in testa, pieno di acqua. Molte volte, fanno anche chilometri. […] Grazie ancora per ogni gesto di solidarietà, che accorcia le distanze e ci fa essere qui, in mezzo a questi fratelli anche a nome vostro”.

La presentatrice ha, poi, proseguito, sottolineando la gravità della situazione in Mozambico: “La speranza di vita tocca la soglia dei 42 anni e il tasso di mortalità infantile è pari a 138 bambini su 1000. AIDS e malaria sono le cause più frequenti di mortalità”.

Ebbene sì. Siamo in guerra contro la cecità e l’egoismo dell’opulento, pigro, Occidente e il teatro, come sempre, si trova a combattere in prima linea. Uscendone vittorioso.

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