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Dopo il gran successo riportato alla seconda edizione del Festival di Roma dove ha vinto il premio come miglior film e dopo l’Oscar per la migliore sceneggiatura (ma il film era candidato anche nelle sezioni miglior film, miglior attrice protagonista…) la pellicola con la mamma più giovane, più esilarante e ironica che si sia mai vista sullo schermo, è approdata anche nelle nostre sale.

Stiamo parlando ovviamente di Juno, un nome di cui avrete sicuramente sentito parlare in questi ultimi mesi: chi ha avuto il piacere di vederlo in “anteprima” alla Festa del Cinema, gli ha conservato un posticino nel suo cuore.

Opera seconda di Jason Reitman (Thank you for smoking), figlio d’arte, il film racconta con brio e scioltezza le vicende di Juno MacGuff (Ellen Page), una ragazzina della provincia americana, studentessa di liceo, diversa da tutte le sue coetanee: è schietta, sincera, sicura di sé, non condivide il mondo fatuo dei suoi coetanei, ha idee chiarissime sulla sua vita e sul suo futuro.
Un timido e pacioccone compagno, Bleeker (Michael Cera) le fa goffamente la corte; Juno decide che è arrivata l’ora di provare l’ebbrezza del sesso e in una esilarante sequenza riesce a vincerne la timidezza.
Il risultato è una gravidanza.
La ragazza non si perde d’animo e, dopo aver rinunciato ad abortire, si mette in cerca di una famiglia che possa prendere in adozione il nascituro.

Sembra che negli States la procedura sia molto più disinvolta di quanto succede in Italia, niente giudici e tribunali dei minore, basta un annuncio su un giornale locale (una specie di Porta Portese, con tanto di foto della coppia che vuole adottare), si stabilisce un incontro, naturalmente alla presenza di un avvocato che recepisce l’accordo in termini legali, ed il gioco è fatto.

Qui la vena satirica e grottesca di Jason Reitman si esalta, nella descrizione della “coppia perfetta”, belli, ricchi e vincenti solo in apparenza; alla fine la più solida, determinata e vincente si rivelerà proprio Juno.
Lontanissimo dai toni moralistici e saccenti di tanta cattiva propaganda nostrana (avete presente Ferrara e la sua campagna contro la legge 194?) il film affronta il tema sull’aborto con buon gusto e leggerezza, ma non vuole assolutamente schierarsi pro o contro; quello che al regista e alla bravissima sceneggiatrice Diablo (ma sarà un nome vero??) Cody interessa è raccontare una storia, e lo fanno con grande bravura.
Andatelo a vedere, ne resterete ammaliati.

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