CustodeSorella

Un’altra trasposizione letteraria sbarca al cinema. Il regista Nick Cassavetes dirige un’inedita Cameron Diaz, mamma-coraggio nella storia nata nel 2004 dalla penna di Jodi Picoult, autrice di romanzi drammatici e toccanti, come il precedente Senza lasciare traccia. Rispetto al libro, il film ha un diverso finale, tanto da spingere la Picoult a scusarsi con i suoi lettori e ammiratori sul suo sito ufficiale…. Probabilmente, per chi ha letto il libro, il film sarà un pò deludente. Ma i cinefili che entreranno in sala senza pregiudizi, usciranno sicuramente commossi ed emozionati da una trama che lascia molti spunti sui quali riflettere.

Il titolo – peraltro l’ennesima traduzione italiana abbastanza fedele, ma non proprio lampante – si riferisce all’intenso e sofferto rapporto tra due sorelle, Anna e Kate Fitzgerald. Il nucleo familiare dei Fitzgerald è composto dalle 2 sorelle, il fratello maggiore Jesse e i genitori Brian e Sara (Cameron Diaz, bravissima nel suo primo ruolo drammatico).

Kate, la secondogenita, è affetta fin da piccola da una forma aggressiva di leucemia. I genitori, partecipi e protettivi, decidono di concepire un altro figlio in provetta, per cercare di garantire a Kate i trapianti e le trasfusioni di cui ha bisogno per sopravvivere. Così nasce Anna, la più piccola… Sara abbandona il suo lavoro di avvocato per dedicarsi completamente a Kate, trascurando spesso il figlio maschio e non tenendo nella giusta considerazione il calvario a cui viene sottoposta la figlia minore, per aiutare in tutti modi possibili la sorella Kate.

Però all’età di 11 anni Anna decide di fare causa ai genitori, per poter decidere liberamente del suo corpo, nonostante la minore età… E qui entrano in scena Alec Baldwin, l’avvocato a cui si rivolge Anna, e Joan Cusack, il giudice De Salvo.
Alec Baldwin è un avvocato molto particolare, noto soprattutto per gli spot pubblicitari autocelebrativi di cui è protagonista e che va in giro sempre con il suo cane “Giudice” – il suo cane da ausilio – che lo aiuta a tenerlo lontano dai magneti. Baldwin, che era impaziente di recitare in un ruolo drammatico, sul set ha divertito il regista e il cast con scherzi e racconti. E spesso portava con sé la figlia dodicenne, che spesso giocava e socializzava con la figlia della Picoult, che ha seguito tutta la produzione del film.

La Cusack è il giudice De Salvo, un ruolo che inizialmente era stato scritto per un uomo. La Cusack, famosa per i suoi ruoli brillanti, è bravissima anche in una parte drammatica; un’attrice non convenzionale ma assolutamente perfetta. È un giudice tornata da poco ad esercitare, poichè disperata per la perdita prematura di sua figlia.

La custode di mia sorella è un film denso di emozioni, in cui la macchina da presa “indugia” e “scava” nella malattia oncologica e nel dolore di una famiglia, stretta accanto a Kate, fino agli ultimi giorni della sua vita. In molti tratti la storia si avvale di una voce fuori campo, che sottolinea ancora di più gli stati d’animo di Kate, fino all’inesorabile trasformazione del suo corpo, effetto della chemioterapia. Vomito, sangue, sudore, lacrime servono ad amplificare la tensione drammatica e la partecipazione emotiva degli spettatori.

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