Scrooge_7_12_2009

Se per tutti il Natale è un giorno di festa, così non è per Ebenezer Scrooge (Jim Carrey), che lo reputa una scempiaggine, un giorno di lavoro perso e carico di un’inutile ed irritante gioia. Isolatosi dal mondo, allontanatosi dagli unici parenti rimasti, temuto dal dipendente Bob ed evitato dalla gente per strada, Scrooge si abbandona all’unica compagnia che ormai gli sia rimasta, quella del denaro, che per anni non ha fatto altro che accumulare, a discapito della propria vita e della propria felicità.

Sarà proprio durante la vigilia di Natale che Scrooge riceverà la visita del fantasma del suo socio, Marley, deceduto sette anni prima. Egli lo ammonisce e lo avvisa della sorte che potrebbe essergli riservata, se continuerà a curarsi dei beni materiali più che di quelli spirituali. Lo informa inoltre che riceverà la visita di tre spiriti, dei natali passati, presenti e futuri, per avere la possibilità di redimersi.

Quando Charles Dickens, nel lontano 1843, scrisse la prima edizione del “Canto di Natale”, di certo non immaginava quanta strada avrebbe fatto il suo racconto. Passando attraverso le diverse trasposizioni nel corso degli anni, da quella della Disney, ai Muppets, sino a quella di Bill Murray, si è giunti, con l’intraprendenza di Zemeckis (Polar Express, Beowulf) a sperimentare il 3D e la performance capture, grazie anche alla poliedricità di Jim Carrey che interpreta non solo il vecchio taccagno Scrooge, ma anche gli spiriti del Natale.

È palese che, in A Christmas Carol, si sia prediletto il lato dark della storia, rendendo il film molto cupo e a tratti persino macabro, quindi ben poco adatto ai bambini. Di certo, esteticamente, l’intero film è stato pensato e studiato per coinvolgere lo spettatore con la nuova tecnologia, trasportato in corse sui tetti e per le strade di Londra che quasi ti danno l’impressione di essere su un bizzarro ottovolante, ma nei punti più tranquilli la cupezza delle scene e l’uso degli occhialetti 3D limitano molto la visione, facendo sì che molti particolari siano difficilmente apprezzabili.

Sebbene dunque gli effetti speciali colpiscano e coinvolgano, altrettanto non si può dire della trama, che manca del sentimentalismo necessario ad aiutarci a immedesimarci in Scrooge. Le scene dei Natali mostrati dagli spiriti sono spesso frettolose, prive dell’umanità necessaria a risvegliare lo spirito natalizio che è in noi e nel personaggio stesso, che, nel finale, quasi sembra recitare una parte spinto dal timore della morte e di ciò che oltre ad essa lo attende, più che per un reale cambiamento dato dalla comprensione del proprio percorso di vita sbagliato.

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3Comments

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  1. 2
    Luca Gianneramo

    La trovata più geniale è lo Spirito del Natale Passato. Divertentissimo! E da questa clip si intuisce anche che il doppiaggio è stato fatto bene: in inglese m’ha fatto morire dalle risate. 🙂

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